STRAGE RAPIDO 904, TOTO’ RIINA RINVIATO A GIUDIZIO: “FU IL MANDANTE”

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Il cerchio si stringe: si intravede sempre più chiara la luce, su uno dei misteri che ha avvolto la nostra nazione negli ultimi 30 anni, la strage del treno rapido 904. Una strage che ha macchiato di sangue anche la nostra isola, perchè tra le vittime ci fu la giovanissima Federica Taglialatela. E così, a distanza di esattamente 30 anni da quel 23 dicembre 1984, il teorema diventa sempre più limpido: quell’attentato era la risposta al maxi processo di palermo e ai 366 ordini di cattura di Falcone che colpirono il gotha di Cosa Nostra. Perciò, in queste ore il gup di Firenze ha rinviato a giudizio il boss di Cosa nostra Totò Riina per la strage del rapido 904, con l’accusa di essere il mandante dell’attentato che il 23 dicembre 1984 costò la vita a 16 persone. Il processo si aprirà il 25 novembre 2014. Nel corso dell’udienza il pm Angela Pietroiusti ha sostenuto che Riina fu mandante della strage in quanto, in qualità di capo di Cosa Nostra, era lui a decidere la strategia mafiosa. Il pm ha anche ricordato che nella trattativa ‘minore’ fra Giovanni Brusca-Bellini-Maresciallo Tempesta fra le richieste di Cosa Nostra c’era anche l’attenuazione del regime carcerario per Pippo Calò, in carcere anche per le accuse legate alla strage del rapido 904. Il rapido 904, partito da Napoli e diretto a Milano, esplose alle 19.08 in una galleria fra Firenze e Bologna, a san benedetto val di sambro. Per la ‘strage di Natale’ sono già stati condannati Pippo Calò, i suoi aiutanti Guido Cercola e Franco Di Agostino e l’artificiere tedesco Friedrich Schaudinn. Fra le testimonianze che hanno portato gli investigatori a coinvolgere Totò Riina nell’indagine sul Rapido 904 ci sono quelle del pentito Giovanni Brusca che l’avvocato Cianferoni ha definito ”non credibile”. Per il legale dell’Associazione fra i familiari delle vittime del treno Rapido 904, l’avvocato Danilo Ammannato, il processo ”farà luce sulla strage. I familiari vogliono verità e giustizia”.

 

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