DOMENICO SAVIO COMMENTA IL CONSIGLIO COMUNALE DI FORIO

Giovedì 8 maggio alle ore 18.00 si è tenuta una seduta del Consiglio comunale di Forio. Domenico Savio commenta: Bisogna premettere che il sindaco Francesco Del Deo non rispende mai né per iscritto né verbalmente alle nostre interpellanze ed istanze sui problemi sociali fondamentali del paese contravvenendo, così, al dettato del punto 6. dell’art.10 dello statuto comunale. Ciò ci spinge a chiedergli, prima dell’inizio della trattazione degli argomenti posti all’ordine del giorno della seduta, risposte a tali interpellanze, oltre a sottoporgli questioni sociali importanti e di estrema urgenza suggeriteci dai cittadini. Inoltre, l’amministrazione in carica governa Forio con metodo autoritario, cioè d’imperio e in contrasto coi principi di fattiva collaborazione tra maggioranza e opposizione, viene in consiglio comunale ermeticamente chiusa sulle scelte deliberative già decise precedentemente al suo interno, nulla concede al dialogo e alla comune elaborazione consiliare sugli argomenti da trattare e si dimostra persino insofferente alla nostra richiesta di un intervento preliminare, che per noi rimane l’unica e occasionale possibilità di avanzare proposte per il bene del paese e di dialogare col sindaco e la sua amministrazione. Aggiungiamo pure che quando un intervento preliminare ci è stato concesso, ugualmente il sindaco, quasi sempre, neppure ha risposto preferendo il silenzio, il sorriso o anche l’ironia, uno spettacolo vergognoso e indegno di supponenza, autoritarismo e disprezzo per i problemi del paese da noi rappresentati e per le esigenze di vita dei foriani. Il pubblico presente è testimone di quanto sosteniamo. Nell’ultimo consiglio comunale, come di consueto, abbiamo chiesto preliminarmente la parola, che ci è stata concessa, ma appena abbiamo cominciato a parlare delle intollerabili e insultanti dichiarazioni sul ruolo che svolge l’opposizione consiliare rilasciate alla stampa dal presidente del consiglio Michele Regine, a chiedere al sindaco cosa avesse fatto, in base al preciso mandato ricevuto nella seduta dell’ultimo consiglio comunale, per bloccare la disastrosa privatizzazione della Caremar, a sollecitare chiarimenti sulle selezioni e assunzioni che avvengono nelle aziende partecipate dal comune e in quelle affidatarie di servizi comunali, il presidente, senza rispetto istituzionale per un eletto e rappresentante del popolo e con atteggiamento autoritario e antidemocratico ha cominciato a interromperci, a toglierci la parola, a proibirci finanche, con inaudito autoritarismo, di continuare a verbalizzare la nostra risposta alle sue infondate accuse e richieste di provvedimenti da parte del prefetto, a esasperare il confronto, a suscitare il dissenso del pubblico sino a sospendere ingiustificatamente, illegittimamente e senza concreto motivo per ben tre volte i lavori del consiglio, al solo scopo di toglierci la parola e di impedirci di concludere il nostro breve intervento preliminare su alcuni problemi essenziali del paese. Ci ha persino accusati di non consentire l’approvazione del consuntivo 2013, quando questo non poteva essere messo neppure all’ordine del giorno, perché mancante della relazione dei revisori dei conti e per questo motivo, su proposta di un consigliere della maggioranza, è stato rinviato all’approvazione di altra seduta del consiglio. Su questa ennesima vergogna politica stendiamo un velo pietoso. E che dire della lettera di dieci consiglieri della maggioranza che hanno scritto al presidente del consiglio, cioè a un componente della stessa maggioranza amministrativa, chiedendo di far rispettare i tempi di intervento sugli argomenti da deliberare? Una tristezza senza fine dinanzi alle sofferenze sociali del nostro popolo! E’ arrivato persino a parlare di “tumulti” in sala, naturalmente inesistenti, e a chiamare i vigili e i carabinieri e fatto uscire dalla sala, poi rientrato, un cittadino che si era permesso, badate bene, di applaudire per qualche secondo il nostro intervento. Si tratta di un grave comportamento istituzionale nei confronti nostri, del nostro Partito e degli elettori che ci hanno votato e di cui cerchiamo di rappresentarne al meglio i bisogni e le aspettative, di una pretesa assurda di zittirci ostacolandoci nella trattazione di importanti istanze sociali sottoposteci da tanti foriani, di cui ci facciamo interpreti e portatori, e che l’amministrazione comunale non pone all’ordine del giorno del consiglio, un atteggiamento che cozza violentemente coi principi di dialogo, di tolleranza e di democrazia nella guida dei lavori assembleari. Insomma, ci troviamo dinanzi a un potere amministrativo dittatoriale, che vuole imporre le sue scelte antipopolari – le tragiche condizioni sociali in cui versa il paese ne sono una dimostrazione innegabile – calpestando troppo spesso lo statuto e il regolamento per l’organizzazione e funzioni del consiglio comunale, come le commissioni consiliari permanenti elette solo a distanza di circa un anno dalle elezioni e grazie alla battaglia delle opposizioni. Una conduzione dei lavori del consiglio che contrasta vistosamente col buon senso, con un dialogo costruttivo con l’opposizione recependone le proposte e i contributi migliorativi apportati alle scelte della maggioranza, un metodo di lavoro autoritario che mortifica i valori fondanti della nostra Repubblica, rappresentati dalla lotta antifascista, la Resistenza e la dolorosa lotta di Liberazione dal fascismo, dal nazismo e dalla monarchia, valori fondamentali della nostra vita nazionale che non possono essere disattesi nell’attività del consiglio comunale di Forio e che il Partito Comunista Italiano M-L difenderà ora e sempre ad ogni costo. E’ stato un consiglio comunale dove negli interventi siamo stati discriminati rispetto ai lunghi tempi concessi dal presidente a un consigliere della maggioranza – le registrazioni lo dimostrano inconfutabilmente -, i cui interventi hanno provocato anche reciproche accuse personali tra i consiglieri della maggioranza, pettegolezzi e sono volate finanche dure accuse di “presunte ruberie”, di “molte nubi sull’affare nettezza urbana” e di “camere d’albergo”. Insomma, una maggioranza e una opposizione al suo interno che si scontrano scadendo anche in contrapposizioni e accuse elettorali, politiche, di gestione del potere e di violenti avversioni personali: questo sì che è stato uno spettacolo indecoroso estraneo alla nostra cultura politica e alla nostra battaglia di opposizione. La vera e unica opposizione è quella che si dichiara apertamente ed è degna di essere tale, che sta all’opposizione dell’attuale maggioranza, che, purtroppo, ha vinto le elezioni, e che persegue obiettivi politici, ideali, culturali e sociali concretamente alternativi al sistema di potere borghese e padronale che da settant’anni si è insediato a Forio e che, certamente, non è quella che si pretende di svolgere all’interno della coalizione elettorale di maggioranza. Una simile “opposizione” cosiddetta interna rimane comunque corresponsabile del malgoverno del paese, anche perché da quella posizione è impossibile combattere adeguatamente le malefatte del potere dominante. Comunque, sappia l’amministrazione comunale e il suo presidente del consiglio, che ha dimostrato di non essere super partes nella conduzione dei lavori del civico consesso, che noi non ci facciamo, e non ci faremo, giammai condizionare o, peggio ancora, zittire illecitamente dai loro atteggiamenti autoritari e antidemocratici nell’esercizio del nostro mandato elettorale, istituzionale e costituzionale, difenderemo con fermezza il nostro mandato popolare, lo dobbiamo a quanti hanno votato per il nostro glorioso simbolo e la nostra lista. Nel contempo vogliamo vivamente auspicare un profondo rinnovamento democratico e ugualitario nella gestione amministrativa di Forio e che sin dalla prossima seduta del consiglio comunale venga rispettato il ruolo dell’opposizione, che costituzionalmente gli compete, e che le sia data la compiuta possibilità di esprimersi e di rappresentare le istanze della collettività.

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