IL TEMPO DELLE DONNE. DI VINCENZO ACUNTO

Più di un quotidiano nazionale ha titolato “E’ il tempo delle donne”. Io aggiungo: finalmente! Ho sempre
sostenuto che una donna “capace” è il miglior motore per la produttività degli uomini. Da Eva in poi sono
sempre riuscite a far fare all’altro genere quel che volevano; nel bene come nel male. Potere della mutandina
(come diceva la mia vecchia maestra elementare) o di sole capacità? Non saprei! È un dato di fatto che, nella settimana che si chiude, due “nuove” donne si sono installate sugli scranni più alti, dei rispettivi settori, nella rappresentatività pubblica.

Margherita Cassano (nella foto in alto) al vertice della Cassazione ed Elly Schlein al vertice del PD.
Sono donne che si aggiungono ad altre che ricoprono ruoli importanti e che si spera facciano bene
considerando che talune ultime esperienze, sia a livello politico che di dirigenza di uffici pubblici, non sono
state e non sono proprio entusiasmanti. Delle tre note, attualmente ai vertici, la premier Meloni ha detto di
se: “Io sono Giorgia, sono italiana, sono mamma e sono cristiana”.

Proviene dalla “Garbatella”, uno dei più popolari e popolosi quartieri di Roma, e rappresenta la destra italiana. La sua “competitor politica” Elly Schlein di anni 37, ha tre nazionalità (Americana, Svizzera e Italiana); è stata europarlamentare a 29 anni (distinguendosi per le posizioni anti TAV), è stata vicepresidente della regione E. Romagna e deputata italiana a 36.

Proviene da una famiglia borghese, ultra benestante, ed è stata chiamata a rappresentare la sinistra italiana. Di sé ha detto “sono una donna, non sono una mamma, amo un’altra donna e non per questo sono
meno donna”! La dr.ssa Margherita Cassano, oltre ad essere donna è mamma, proviene da una famiglia ove
si è sempre respirato diritto e processi e dopo una carriera entusiasmante è approdata al vertice della
Suprema Corte. Di lei si conoscono, al di là degli impegni professionali, taluni concetti molto belli che si
auspica siano meglio sviluppati nel ruolo che occuperà. Tra essi: quello della “necessità di un confronto
costante tra la magistratura e l’avvocatura per migliorare la qualità della giurisdizione”; e quello sui processi
mediatici che, “alimentano una morbosa ed esasperata attenzione verso i fatti di cronaca più clamorosi,
determinando un’impropria sovrapposizione tra la realtà e la dimensione virtuale senza contribuire alla
comprensione delle problematiche umane e sociali sottese ai vari accadimenti, calpestando la presunzione
costituzionale di non colpevolezza. Dando vita a veri e propri mostri mediatici”.

Il percorso di vita della premier Meloni e della presidente Cassano ci lasciano abbastanza sereni sulle loro future applicazioni. Un po’ meno mi lascia quello della appena eletta segretaria dem, sia per quanto ha fino ad oggi manifestato (in tema di progettualità strategiche nazionali o sulle problematiche migratorie) che per il modo di comportarsi all’interno del partito al quale è corsa ad iscriversi solo quando ha fiutato la possibilità di vittoria. Vittoria giunta attraverso un percorso che fa ridere i polli. Ai gazebo, allestiti per raccogliere i voti dei simpatizzanti della sinistra, poteva votare chiunque senza alcuna identificazione politica e così i votanti sono risultati di gran lunga superiore agli iscritti e in tanti hanno mormorato che l’alta affluenza era stimolata affinché il risultato potesse consentire poi la fuga a chi non condivideva eccessive “fuir vers la ghauce”. E, pur se la circostanza porterà “messe di consensi” alla destra, essa non mi rasserena in quanto non lascia sviluppare un confronto politico, maturo e costruttivo, tra conservatori e progressisti che con Bonaccini sembrava più concreto. Il tempo ci dirà se i dem hanno scelto bene o no. Anche relativamente ai comportamenti personali di chi, scegliendo deliberatamente di non essere madre, rimarca per essere considerata donna! Ricordo che mia mamma, ripetendo un antico detto, in lingua napoletana, era solita avvertire “chi nun vò avé figl’ nun ceì né pe lemmosena né pe cunsigl” (chi non vuole avere figli non andarci né per elemosina né per consigli)!

Nel tempo degli “assestamenti rosa” resta purtroppo da prendere atto dell’ennesima tragedia del mare che
si è consumata sugli scogli di Crotone, relativamente alla quale solo gli farlocchi possono argomentare che
con un diverso ministro degli interni non si sarebbe verificata. Poveri cristi in fuga che pagano cifre
astronomiche, sono stati annegati nelle acque italiane da criminali senza scrupolo, e le salme per essere
rimpatriate (dove sarà possibile) chiede una spesa di euro ottomila a cadavere. Somme che unite a quelle per i salvataggi, bare e funerali, saranno a carico del bilancio nazionale. Sciocchezze si dirà come le tante che si assommano e che non ci consentono più di andare avanti. È da tempo che sostengo l’impossibilità per il popolo italiano di poter continuare ad accettare simili eventi e che, in mancanza di un coinvolgimento
dell’Europa, l’Italia deve fare da sola ed il governo, costi quel che costa, deve rispettare il programma
elettorale per il quale è stato eletto. Non è più il tempo di andare in giro per le capitali europee a stimolare
un’intesa che non è voluta.

Quindi, se si era parlato di blocco navale lo si faccia. Se si era parlato di ripristinare i CIE o i centri di rimpatrio, lo si faccia senza ulteriori tentennamenti. Si predisponga una normativa di urgenza
che metta al sicuro gli operatori da incursioni di certi pubblici ministeri e si proceda. Poi si valuterà. Il mare
italiano non può essere considerato il cimitero dei disperati e gli italiani i becchini dei criminali.
acuntovi@libero.it

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