IL 2023 NEI SUOI PRIMI GIORNI. DI VINCENZO ACUNTO

L’anno appena iniziato ha celebrato due funerali che hanno coinvolto il mondo intero ed una restaurazione che, se non ha dell’incredibile, poco ci manca. Il funerale di Papa Ratzinger si è celebrato giovedì 5 gennaio ed è la prima volta, nella storia della chiesa, che il funerale di un papa è celebrato da un altro papa. Il funerale del grande calciatore Pelè si è celebrato il 3 gennaio. Ad entrambi gli eventi hanno partecipato folle oceaniche con motivazioni, evidentemente, molto diverse tra loro.

Papa Benedetto XVI che, per me, è stato un grande pontefice ponendosi come un gigante tra il “pur” Santo Wojtyla e Francesco, sarà ricordato nella storia non solo per aver rinunciato al papato (pur vivendo una condizione di gran lunga diversa da papa Celestino V), ma per aver avuto la grande capacità di rielaborare concetti che, nel lungo papato precedente, erano andati completamente in disuso. Concetti sintetizzati nelle tre encicliche sull’”amore”, “speranza” e “carità nella verità” che andrebbero lette più volte per comprendere la percezione che “l’Uomo” avvertiva del dissolvimento progressivo di principi fondanti la cristianità, intesa come motore di coesione tra i popoli. Dissolvimenti che hanno portato alle ingiustificabili vicende dell’oggi e per le quali Esso si sentiva inadeguato. Ricordiamo, anche, che papa Benedetto XVI è stato quello che per primo ha posto mano al dilagare del fenomeno della pedofilia e della corruzione nella chiesa e che l’assunzione del nome “Benedetto” era per rivendicare le radici cristiane dell’Europa che al tempo della sua elezione manifestava allontanamenti, pericolosi, da tali principi, non riportati nella carta costitutiva europea (UAAR) approvata a Nizza l’11/12/2000.

Il funerale di Pelè (Edison Arantes di Nascimento) si è svolto in una tipica cornice brasiliana alla quale ha preso parte una folla da stadio, rumoreggiante e indisciplinata.

In tanti accorsi nel desiderio di farsi anche dei selfie con il cadavere (presidente della Fifa), forse nella speranza che il morto s’alzasse per fare un altro dribbling o una sforbiciata in un paese che, solo due giorni prima, aveva incoronato come presidente il signor Lula da Silvia, riportato al successo elettorale dal “popolo” dopo che la magistratura, qualche anno fa, lo aveva condannato, per reati di corruzione, a 17 anni di carcere e rinchiuso nelle patrie galere. Bisogna prendere atto, quindi, che, in certe latitudini culturali, le scelte del popolo, indipendentemente dalle decisioni della magistratura, vanno sempre rispettate e su di esse non va alzato nemmeno il velo del commento, con qualche corteo o manifestazione. Forse perché il protagonista apparteneva ad una certa area politica ove si è onesti a prescindere? Qatargate docet! Mi sovviene qualche interrogativo che, però, tengo per me.

L’inizio dell’anno, bisogna dire, oltre i funerali e le incoronazioni, ha segnato un altro record; quello degli sbarchi che, in Italia, hanno già superato le duemila unità (2100) e cioè 300 persone al giorno. Se si continua con tale ritmo, alla fine dell’anno saranno circa 110.000 e potrebbero dar vita a città come Vicenza, Terni, Bolzano o Novara, considerato che da certi pulpiti finestrati si grida che dobbiamo accogliere, da altri che sono inumane anche le semplici verifiche sanitarie che ritardano lo sbarco e altri ancora (i concessionari delle licenze di navigazione ai taxi del mare) hanno chiuso le porte e rifiutano ogni patto di distribuzione. Come inizio non c’è male, anche nel rilevare che se dalla televisione apprendiamo che il prezzo del gas è sceso ai livelli di fine 2021, dalle ditte distributrici riceviamo bollette sempre più care, come pure quelle dei consumi elettrici dove si registrano vere e proprie attività truffaldine che non sto qui ad analizzare (basta il confronto tra le bollette a credito e quelle immediatamente successive di debito). Situazioni truffaldine che il cittadino non denuncia più perché correrebbe il rischio di vedersi condannare, dal giudice, alle spese di procedimento. E sull’argomento ci sarebbe da aprire una discussione che porterebbe a ragionare per giorni, visto il disorientamento che la cosiddetta “nomofilachia” sta ingenerando nell’opinione pubblica nazionale considerate le tante decisioni contrastanti che si leggono su argomenti pressocché identici (per i non addetti diciamo che nell’uso giuridico per “nomofilachia” si intende la garanzia dell’uniforme interpretazione della legge). Disorientamento come quello del cliente che, dopo aver chiesto all’avvocato se avesse ragione o meno di quanto lamentava, aggiungeva “avvocato lei sa se il giudice ha mai avuto un guaio così?” All’incredulità interrogativa del legale, il cliente aggiungeva “lei deve capire: se il giudice ha passato un guaio come il mio, vinco la causa altrimenti è inutile tentare”!

Che dire se non che l’altro ieri è giunta la befana e, finalmente, una vera bella notizia dai media. Don Pasquale Mattera (prete operaio “nella Vigna del Signore” dell’isola d’Ischia) il giorno prima della ricorrenza ha portato il “Bambinello” sul punto più in alto del monte Epomeo ove, facendo roteare il simbolo della Cristianità attorno il perimetro immaginario di tutta l’isola, ha impartito una benedizione a che eventi tragici come quelli del 26 novembre scorso non abbiano più a verificarsi  e che si auspica sia foriera di benessere per tutti. Un gesto simbolico molto delicato e importante del quale va dato merito al bravo prete. acuntovi@libero.it

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