A scrivere è Sandro Florenzo, albergatore e scrittore, che affronta il problema abusivismo a pochi giorni dalla tragedia provocata dall’alluvione di Casamicciola Terme.
L’insostenibile leggerezza dell’essere… abusivi.
La massima parte degli isolani sono onesti e lavoratori. Gente tenace che per secoli ha zappato la terra e negli ultimi sessant’anni ha servito milioni di turisti con garbo, abnegazione e sacrificio.
Rarissimi sono i furti, le rapine, i ricatti, l’usura, la delinquenza minorile, inesistente la camorra o le organizzazioni criminali.
Queste cose sono assolutamente contro la nostra indole e modo di vivere .
C’è un reato però che fa eccezione: l’abusivismo edilizio.
Questo crimine, da noi isolani, non è sentito come tale e le condanne inerenti sono un iter e un fastidio inevitabile, una tappa obbligata che subiamo come facente parte dell’opera.
Costruire abusivamente è un reato giustificato, tollerato, difeso, a volte esaltato. E chi ne parla male e solleva il problema è visto come un nemico.
Infondo, pensiamo, a chi faccio male se costruisco qualcosa che la legge si ostina a non permettere?
Nessuno ne estraneo. Me compreso.
Quando però un neonato di venti giorni, una bambina di sei, un ragazzino di quindici e altra povera gente muore perchè quelle case non dovevano essere costruite per la pericolosità della montagna, allora ognuno di noi dovrebbe farsi un esame di coscienza, e un esame di coscienza dovrebbero farla anche chi non ha impedito di costruire in posti così pericolosi e chi non ha fatto niente per prevenirlo.
In questi momenti credo sia obbligatorio capire che anche il reato di abusivismo è delinquere, porta delle conseguenze gravi e irreparabili ed è un crimine esattamente come tutti i crimini che aborriamo e che non vorremmo che avvenissero nella nostra comunità.
Sandro Florenzo