ISCHIA. PEDUTO GEOLOGO SPIEGA: LA VALANGA DI CASAMICCIOLA PRODOTTA DAL MONTE EPOMEO

Maltempo a Ischia, le cause della frana a Casamicciola: intervista da parte della rivista Geopop.it all’esperto geologo Francesco Peduto. Il maltempo sta dilaniando l’Isola di Ischia. Dal monte Epomeo il terreno ha ceduto e la valanga di fango è venuta giù sradicando parte della vegetazione.

Ecco cosa è successo a Ischia e quali sono le cause della frana a Casamicciola in un’intervista all’esperto geologo Francesco Peduto, ex Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi (nella foto in basso).

Dal monte Epomeo il terreno di origine vulcanica ha ceduto dopo le intense piogge e una valanga di fango è venuta giù sradicando gran parte della vegetazione e lasciando nudo il fianco del rilievo. Per ora è stata accertata una vittima e i dispersi sono 12, anche se da recenti dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture e Trasporti il bilancio potrebbe salire a otto. La frana di Ischia è l’ennesimo evento che dovrebbe far capire che siamo in un Paese la cui geologia e geomorfologia necessitano di azioni preventive. Mettersi in moto dopo le catastrofi non risolve il problema.

Ma andiamo a leggere le risposte, alle nostre domande, di Francesco Peduto, geologo di grande esperienza ed ex Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.

Perché c’è stata questa frana ad Ischia?

Ischia è un’isola vulcanica, ricoperta in gran parte da uno strato superficiale di materiale vulcanico poco consolidato, o sciolto (come se fosse terriccio per intenderci); quando piove tanto questo materiale, caricandosi di acqua, può franare. È quello che è successo purtroppo in questi giorni.

La frana ad Ischia non è una novità, perché?

Quando si tratta di frane, di novità non ce ne sono: il 70% delle frane identificate in Europa si trovano sul territorio italiano. L’Italia è geologicamente predisposta a fenomeni franosi, soprattutto nelle zone più interne dove ci sono i rilievi. È un territorio sismicamente e tettonicamente molto attivo ed è geologicamente giovane, quindi ricco di rilievi (non ancora erosi dal tempo) che, ricoperti spesso da sedimento non consolidato o sciolto, è soggetto a frequenti fenomeni franosi.

…. ed i geologi cosa fanno?

I geologi hanno fatto e fanno il loro compito molto bene. Lo dimostrano le carte del dissesto idrogeologico delle autorità di bacino: la stragrande maggioranza dei dissesti avvenuti negli ultimi dieci anni, e parliamo di oltre il 90%, si sono verificati in aree identificate dai geologi e classificate ad alto rischio. In altri termini noi sappiamo bene quali sono le aree ad alta pericolosità, le abbiamo identificate, classificate e messe su carta; ad oggi sono perimetrate circa 800 mila frane, sia in atto che potenziali. Lottiamo da anni per far capire alla politica che è vitale  prendere provvedimenti.

Il punto quindi non è più di carattere tecnico-scientifico ma politico, mi conferma? E quali sono i provvedimenti a cui si riferisce?

Si, il problema è di carattere politico; si dovrebbero destinare molte più risorse per combattere il rischio idrogeologico in Italia altrimenti ci saranno sempre vittime e ingenti danni.

Da anni noi proponiamo di affiancare alle cosiddette misure strutturali, cioè misure post-evento calamitoso, delle misure non strutturali, come per esempio il presidio territoriale. S’intende un lavoro di monitoraggio preventivo delle aree volto a evitare, o quanto meno ridurre il rischio idrogeologico. In altri termini avere geologi e ingegneri, costantemente attivi sulle aree più a rischio per evitare vittime e danni ingenti.

Perché la politica fa così tanta difficoltà a capire che c’è necessità ad agire con approccio preventivo, quindi prima che succedono le sciagure e non dopo?

Ricordo quando ero presidente del consiglio dei geologi, presentammo la nostra proposta di misure non strutturali; riuscimmo a parlare anche con l’allora ministro degli interni e il ministro dell’Ambiente; la proposta piacque parecchio, ma purtroppo dopo poco tempo il governo cambiò. Eravamo punto e da capo.

A cura di Andrea Moccia

da://www.geopop.it/

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