LISTERIA. WURSTEL MANGIATI CRUDI: 66 PERSONE COLPITE E 3 MORTI

Würstel mangiati crudi: 3 morti e 66 persone colpite. È allerta nei supermercati. Fra le marche coinvolte Wudy Aia.

La notizia di tre persone morte in Italia a per avere mangiato würstel crudi contaminati da Listeria monocytogenes è passata quasi inosservata, anche se è scattato l’allarme in molte catene di supermercati. Il Fatto Alimentare è l’unico sito che ne ha parlato in un articolo pubblicato il 26 settembre dopo avere visionato documenti del Sistema di allerta rapido europeo (Rasff). Successivamente alla pubblicazione del nostro articolo, il numero di vittime è stato rivisto, anche con un aggiornamento della notifica Rasff. Ad oggi il numero di casi è salito da 61 a 66 mentre quello dei morti è sceso da sei a tre. Lo hanno confermato fonti del ministero della Salute all’Ansa, che hanno specificato come i decessi si siano verificati a dicembre 2021, marzo e giugno 2022 in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna tra persone immunocompromesse o particolarmente fragili.

I cartelli nei punti vendita in cui si annunciava il ritiro dei prodotti sono apparsi venerdì 23 settembre, e in molti casi non compariva il marchio del prodotto. Gli annunci riportavano solo il nome dell’azienda produttrice indicata in etichetta (Agricola Tre Valli Soc. Coop, stabilimento di piazzale Apollinare Veronesi 1, a San Martino Buon Albergo, in provincia di Verona) e il marchio di identificazione (IT 04 M CE). Nei cartelli però i würstel Aia e gli altri marchi coinvolti non compaiono quasi mai, e questo rende difficile l’identificazione da parte dei consumatori. C’è di più: sulle confezione dei würstel Aia, ad esempio, si trova solo la sede del produttore (Prodotto nello stabilimento S.Martino B.A. (VR) Bollo CE IT 04 M CE) e non il nome dell’azienda Agricola Tre Valli. Questo vuol dire che per risalire alle confezioni contaminate bisogna controllare il bollo europeo (Bollo CE IT 04 M CE), e la cosa non è del tutto scontata.

Il problema riguarda almeno tre tipi di würstel Wudy Aia (Classico, Formaggio e Classico snack) con data di scadenza dal 20 settembre 2022 al 5 dicembre 2022. Questo vuol dire che i prodotti possono essere ancora sugli scaffali oppure nei frigoriferi di casa. Nei documenti di allerta diffusi a livello europeo si citano anche altre marche meno conosciute come: Wür, Pavo, Golo, Salumeo di Lidl e Salchicha, per le quali non ci sono indicazioni più precise. Nella lista compare anche il marchio Töbias della catena di supermercati Eurospin (se ne parla qui), che però l’insegna ha ritirato dagli scaffali con un primo annuncio ufficiale alla fine di agosto 2022 e un secondo avviso a settembre. Un’altra cosa da sottolineare è che la contaminazione riguarda solo i lotti indicati che hanno una data di scadenza compresa fra il 20 settembre 2022 e il 5 dicembre 2022.

würstel
“I würstel – è scritto sulle confezioni  – vanno cotti facendoli ruotare per 3/4 minuti oppure vanno lessati in acqua bollente per 3/4 minuti”

Tutto ha avuto inizio il 2 agosto, quando sul Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi (Rasff) della Commissione europea compare la notifica da parte dell’Italia di un focolaio di Listeria monocytogenes ceppo ST 155, che conta già 29 casi e due morti, distribuiti principalmente tra Lombardia ed Emilia-Romagna. In breve tempo, incrociando i dati con i campioni conservati nel database nazionale genomico di Listeria monocytogenes dell’Istituto superiore di sanità i casi accertati dal 2020 salgono a 33, distribuiti in nove regioni italiane.

Si arriva così al 12 settembre, quando, dopo quasi un mese senza aggiornamenti sulle cause del focolaio, fanno la loro comparsa sulla scena per la prima volta i würstel. Il Ministero della salute notifica alla Commissione europea che, mentre i casi accertati salivano a 61, a casa di un paziente sono stati trovate le confezioni integre di due lotti di würstel a marchio Tobias contaminati dallo stesso ceppo di Listeria del focolaio.

Dopo due anni di indagini sul focolaio di Listeria il 12 settembre 2022 fanno la loro comparsa sulla scena per la prima volta i würstel.

Un numero di vittime e di persone coinvolte così elevato è da collegare alla cattiva abitudine molto diffusa di mangiare i würstel crudi. Sulle confezioni è scritto “Da consumarsi previa accurata cottura”, ma la gente legge poco, è distratta e non sa che bisogna cuocere i würstel prima di metterli a tavola. Basta pensare a quante insalate riso si preparano in estate, aggiungendo würstel tagliati a pezzetti senza averli sottoposti a cottura. Fare bollire è invece assolutamente necessario per neutralizzare i batteri ancora presenti. È vero che la linea di produzione prevede la pastorizzazione dei würstel, ma in questo caso la contaminazione è presumibilmente avvenuta dopo il trattamento termico nella fase di confezionamento (il report Rasff parla di contaminazione ambientale).

La stessa Aia riporta sulla confezione fra le modalità d’uso la frase “Preparazione: cuocere in padella o alla piastra rigirando per 3/4 minuti oppure lessare in acqua bollente per 3/4 minuti”. Per questo motivo l’azienda non ha fatto direttamente il richiamo dei würstel dando l’annuncio, ma la comunicazione è stata diffusa dal produttore ai supermercati. Se i consumatori avessero seguito in modo scrupoloso le indicazioni non ci sarebbero state tre vittime e 66 persone coinvolte. La responsabilità è anche dell’Azienda Agricola Tre Valli perché se, come è presumibilmente avvenuto, la contaminazione si è verificata alla fine della linea di produzione, l’azienda una volta scoperto il problema avrebbe dovuto procedere in modo tempestivo all’individuazione delle cause e quindi al ritiro e richiamo del prodotto. A questo elemento si affianca purtroppo la leggerezza dei consumatori abituati a mangiare würstel crudi senza seguire le modalità d’uso.

La questione è molto seria, tanto che il ministero della Salute ha diffuso venerdì 23 settembre 2022 un lungo comunicato in cui allerta i consumatori, senza però citare i marchi coinvolti, ma solo il nome dell’azienda produttrice la Agricola Tre Valli – IT 04 M CE. Nel testo non si dice che le autorità sanitarie europee hanno diffuso un allerta da cui emerge che i morti sono tre e le persone colpite 66. Stiamo parlando di un problema che è stato rilevato dalle Asl italiane all’inizio di agosto 2022, e per il quale si deve ritenere che ci siano state indagini e approfondimenti che hanno portato a circoscrivere e meglio individuare il fatto e la sua eziologia solo all’inizio di settembre. Il report del Rasff indica il 12 settembre 2022 come giorno in cui si riscontra una carica elevata di Listeria monocytogenes nei campioni. Le autorità sanitarie italiane sono abbastanza sicure della correlazione fra würstel e Listeria, perché attraverso un esame epidemiologico hanno individuato i würstel come probabili responsabili della contaminazione. L’ipotesi è stata confermata da esami successivi che hanno riscontrato la presenza del ceppo di Listeria monocytogenes ST 155 sia sui campioni ancora confezionati sia presso l’azienda Agricola Tre Valli.

In precedenza, nei mesi di agosto e settembre, i sospetti sono stati indirizzati sul formaggio Asiago che, in seguito a esami approfonditi è stato scagionato totalmente. C’è da chiedersi perché il ministero non abbia informato in modo adeguato le persone, precisando che il formaggio Asiago è stato coinvolto erroneamente nella vicenda. Il secondo interrogativo riguarda la mancata indicazione nel comunicato di venerdì 23 settembre dei marchi coinvolti e delle date di scadenza dei lotti interessati. Eppure i documenti non lasciano spazio a dubbi sulla gravità della situazione e sull’estensione del problema che riguarda la quasi totalità delle regioni italiane. Il documento riporta in dettaglio la lista delle catene di supermercati interessate che hanno distribuito i würstel. Nell’elenco troviamo: Lidl, Eurospin, Esselunga, Penny market, Conad, Sogegross, Unes, Bennet, Prix, Tigros… Di fronte a un caso del genere forse il ministero della Salute dovrebbe scendere in campo ricordando alla gente che i würstel non vanno mangiati crudi.

Sulla base di quanto riportato nelle 72 pagine del report europeo che fa la cronistoria dell’intera vicenda, siamo di fronte a uno dei casi più gravi di contaminazione alimentare avvenuti in Italia negli ultimi 50 anni sia per il numero di vittime sia per l’ampia distribuzione sul territorio dei prodotti coinvolti.

L’azienda Agricola Tre Valli in un comunicato arrivato ieri in redazione smentisce categoricamente che vi siano evidenze tecnico scientifiche che possano portare a correlare i casi di decesso dovuti a listeriosi e i würstel prodotti da Agricola Tre Valli. “La società cooperativa – si precisa – ha attivato una procedura di ritiro volontario di concerto con le Autorità Competenti con relativo comunicato informativo sul corretto utilizzo dell’alimento esclusivamente a titolo precauzionale, in quanto l’erronea conservazione del prodotto e il mancato rispetto delle indicazioni di cottura riportate in etichetta potrebbero rendere l’alimento non idoneo al consumo sotto l’aspetto microbiologico.

da https://ilfattoalimentare.it/

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