SICUREZZA STRADALE RIPARLIAMONE ANCORA. DI VINCENZO ACUNTO

In questo spazio domenicale mi sono più volte soffermato sulla sicurezza stradale dell’isola d’Ischia. In ordine di tempo gli ultimi interventi sull’argomento che potrete trovare in questa pagina facebook, hanno le seguenti date 13.3.22; 09.02.20; 19.01.20; 28.07.19 non dimenticandone altre in epoca più remota. Riportando taluni passaggi degli interventi nelle date indicate, il lettore noterà che il “refrain” è sempre lo stesso: la richiesta alle forze di polizia di non girare il capo di fronte a talune situazioni che escrescono con disarmante evidenza dai percorsi stradali. Il 13 marzo scorso, sull’argomento ho scritto “…….Purtroppo l’attenzione alle strade sull’isola non la presta nessuno. Offriamo qualche idea: che le forze di polizia impieghino sulle strade, dal tramonto al mattino successivo, più mezzi di quelli attuali, per il controllo (anche visivo) della velocità e chi ha una velocità esagerata (che non è quella dei 50 kmh ovunque) gli si ritiri la patente; che si liberino le strade dai veicoli parcheggiati (o lasciati in soste durature) là dove riducono il sedime di percorrenza al di sotto dei limiti imposti dal regolamento al cds; che si disponga la cancellazione delle strisce che, consentendo la sosta lungo le strade, riducono il sedime di percorrenza al di sotto della soglia di sicurezza; che si obblighino le ditte esecutrici di lavori stradali al rispetto dei protocolli di sicurezza imposti per i lavori pubblici; che si vieti la circolazione agli automezzi che, per sagoma, rendono pericolosa la circolazione sulle strade isolane; che si controlli la segnaletica orizzontale che non consente in curva la linea spezzata o i passi carrai”. Il 9.2.20 scrivevo “Più volte ho scritto che basterebbe qualche intervento dei carabinieri, della polizia o di altro organo di polizia giudiziaria che, transitando e notando le tante cose che non vanno, chiamino il carro attrezzi per rimuovere le auto parcheggiate in luoghi pericolosi o mandino, una pec o un fax agli uffici municipali o metropolitani (vigilanza e tecnico), segnalando il pericolo. Tre giorni dopo, se il pericolo è ancora lì (nemmeno segnalato) un rapportino al PM denunciando l’omissione. Un mese di cura in tal senso provocherebbe più di qualche mal di pancia ma, sicuramente, tanti morti in meno”. Il 19.1.20 “Ritengo che è giunto il momento per comprendere se le strade, che vengono costruite con i denari dei contribuenti per consentire loro di muoversi, abbiano più questa funzione o servono ad altro. Come ad esempio farla occupare da qualcuno o per farne trarre profitto da altri. Se questi principi non sono osservati, poiché in calce ad ogni legge è scritto “i responsabili dell’ordine pubblico sono obbligati a far rispettare la presente legge”, ritengo che devono intervenire le altre forze di polizia a farli rispettare. In presenza di segnaletica “illegittima”, le forze di polizia devono, quanto meno, rappresentare il caso al prefetto che ha il potere di disapplicare il provvedimento amministrativo del comune e si rimuove il segnale”. Il 28.07.19 avevo scritto “Mi chiedo e, quindi, chiedo: “se le forze dell’ordine che sono istituite a far rispettare la legge, perché non ritengono che il codice della strada deve essere fatto rispettare da tutti anche ad Ischia? Indipendentemente se si guida un ciclomotore, un autocarro o un pullman turistico o di linea. Se il regolamento che accompagna lo stesso codice fissa, per la sicurezza della circolazione, le misure minime delle corsie, chi non ritiene che ogni atto che ne riduce lo spazio non sia illegittimo e non vada revocato? E chi non ritiene che ogni relazione o parere tecnico o del responsabile della viabilità non sia un abuso da denunciare al pubblico ministero per i reati che esso riassume? Detto ciò, mi pare ovvio che la polizia giudiziaria non può continuare a non prendere atto della cosa e deve sequestrare gli atti per i quali sono state disegnate strisce blu che hanno ridotto la soglia di sicurezza per la circolazione e denunciare i funzionari responsabili al giudice penale”. Il lettore, rileggendo, avrà certamente rilevato che il “refrain” è sempre lo stesso: un inutile, richiesta di soccorso alle istituzioni presenti sul territorio per ridare sicurezza alla circolazione sul nostro territorio. Sembra però che, altrove, le cose stiano cambiando e qualcosa si muove nell’indirizzo da me più volte stimolato. Il 22 giugno prossimo a Roma prenderà il via il processo a carico della ditta responsabile della manutenzione delle strade romane per la morte del giovane Luca Tosi Brandi avvenuta nel 2018 a seguito di caduta dalla moto per essere precipitato in una delle buche che infestano le vie della capitale. Il responsabile della ditta è imputato di omicidio colposo. La decisione segna il seguito di analogo processo, sempre a Roma, ove il 6/5/2018 perse la vita Elena Aubry sulla via Ostiense. In questo secondo caso, la lista degli imputati, oltre ai responsabili della ditta di manutenzione, si è estesa anche all’addetto alla sorveglianza stradale. Sono attività processuali che si pongono nel solco della sentenza della Cassazione penale 13775 del 2011 che così statuì “Il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, in qualità di addetto alla manutenzione della rete stradale del Comune stesso, risponde di lesioni colpose nel caso abbia omesso la necessaria manutenzione ordinaria del piano di calpestio del passaggio pedonale”. Ordunque, se tanto ci dà tanto, la prima domanda che ci si pone è ”perché solo a Roma e non anche ad Ischia?” Chi non riesce a vedere che le segnalazioni che da anni pongo alle forze di polizia affinchè si adoperino a segnalare ai funzionari amministrativi i pericoli esistenti sulle nostre strade (per buche, sconnessioni, cantieri illegittimi, segnaletica pericolosa e tanto altro ancora) e poi, dopo i canonici cinque giorni, denunciare gli stessi alla magistratura, non sono campate in aria? E che, il non farlo, implica a sua volta un’omissione? Speriamo di non dover, ancora una volta, contare qualche altro morto, altre auto scassate o ripetere l’antico refrain “cavallo non morire che l’erba crescerà!!”
acuntovi@libero.it

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