Roma, 3 mag. (Adnkronos) – Le diverse crisi che derivano dal conflitto in Ucraina arrivano in un momento in cui l’Europa aveva già davanti a sé esigenze di spesa enormi. La transizione ecologica e quella digitale ci impongono investimenti indifferibili. A questi vanno aggiunti i costi della guerra, che dobbiamo affrontare subito, per evitare che il nostro continente sprofondi in una recessione. In entrambi i casi si tratta di costi asimmetrici, che colpiscono fasce della popolazione e settori produttivi in modo diverso, e che dunque richiedono forti misure di compensazione. Nessun bilancio nazionale è in grado di sostenere questi sforzi da solo. Nessun Paese può essere lasciato indietro. Ne va della pace sociale nel nostro continente, della nostra capacità di sostenere le sanzioni, soprattutto in quei Paesi che per ragioni storiche sono maggiormente dipendenti dalla Russia”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, parlando al Parlamento europeo.
“L’Unione europea -ha ricordato il premier- ha già ideato alcuni strumenti utili per governare queste sfide. Si tratta delle risposte che abbiamo messo in campo durante la pandemia e che hanno assicurato all’Unione europea una ripresa economica rapida e diffusa. Dobbiamo partire da questo successo, e adattare questi stessi strumenti alle circostanze che abbiamo davanti”.
Draghi ha quindi sottolineato la necessità di ampliare lo Sure, “per fornire ai Paesi che ne fanno richiesta nuovi finanziamenti per attenuare l’impatto dei rincari energetici. Mi riferisco a interventi di riduzione delle bollette, ma anche al sostegno temporaneo ai salari più bassi, ad esempio con misure di decontribuzione. Queste hanno il vantaggio di difendere il potere di acquisto delle famiglie, soprattutto le più fragili, senza rischiare di generare nuova inflazione”.
“Il ricorso a un meccanismo di prestiti come Sure -ha spiegato il premier- consentirebbe di evitare l’utilizzo di sovvenzioni a fondo perduto per pagare misure nazionali di spesa corrente. Allo stesso tempo, in una fase di rialzo dei tassi d’interesse, fornirebbe agli Stati membri con le finanze pubbliche più fragili un’alternativa meno cara rispetto all’indebitamento sul mercato. Potremmo così ampliare la portata degli interventi di sostegno e allo stesso tempo limitare il rischio di instabilità finanziaria. Si tratta di una misura che dovrebbe essere messa in campo in tempi molto rapidi, per permettere ai governi di intervenire subito a sostegno dell’economia”.