**Cossiga: Formica, ‘dimissioni punto oscuro mai chiarito, per me doveva essere rieletto’**

Roma, 23 apr. (Adnkronos) – Quando il 25 aprile del 1992, trent’anni fa, Francesco Cossiga annunciò le dimissioni da Presidente della Repubblica, “criticai il suo mutamento di orientamento, perchè aveva sempre affermato, fino appunto al giorno improvviso delle sue dimissioni, che avrebbe ceduto il mandato al momento della sua scadenza a luglio, che non avrebbe mai anticipato le sue dimissioni. Improvvisamente anticipò le dimissioni: questo è il punto oscuro e mai chiarito, di che cosa mosse il Presidente della Repubblica a un mutamento di orientamento e questo ancora oggi non è un elemento chiaro”. A sottolinearlo all’Adnkronos è Rino Formica, più volte ministro e parlamentare socialista.

“La mia proposta -ricorda- era che Cossiga dovesse essere rinnovato nel mandato, perchè era l’unico che avrebbe potuto, dalla posizione della Presidenza della Repubblica, accompagnare il mutamento di quadro politico nell’interno di un sistema internazionale che doveva ricercare il suo nuovo e stabile equilibrio, che è il problema ancora di oggi. Questo naturalmente alla luce del suo famoso messaggio del ’91 alle Camere sulla condizione generale di salute della democrazia repubblicana all’indomani del crollo del Muro di Berlino e dello schieramento bipolare dell’ordine mondiale”.

“Diceva al Parlamento: guardate, state attenti, che cambia il quadro generale del sistema politico e cambia anche la funzione dei grandi partiti che in questi anni hanno rappresentato l’elemento fondamentale di equilibrio in una situazione internazionale che era controllata da un ordine di bilanciamento del bipolarismo”.

“Si mossero forze di varia natura sul piano internazionale e sul piano nazionale -denuncia Formica- che vollero una accelerazione della crisi di sistema senza sbocco politico”.

“Se fosse rimasto, Cossiga infatti avrebbe spinto i partiti politici e le strutture internazionali a compiere un esame profondo di revisione della propria collocazione e dei propri orientamenti in un mutamento profondo del quadro internazionale, che aveva sicuramente dei riflessi importanti in ogni singolo Paese ma in particolare in Italia che era un Paese di triplice frontiera: Est-Ovest, Nord-Sud e con il Vaticano, che aveva una sua ragione di orientamento di politica internazionale che era di superamento della divisione del mondo in due blocchi, per la sua visione universale”.

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