MARINAI ALILAURO, “CONTRO LA LEGGE CIO’ CHE CI CHIEDE L’AZIENDA”

Oggi una delegazione di 10 marinai della Alilauro Spa è venuta nella nostra redazione per spiegarci le ragioni dello sciopero indetto per lunedì 3 febbraio, al quale aderiranno tutti i marinai in servizio con la Azienda a Napoli, Ischia e Procida.

I marinai non intendono, infatti, adempiere all’obbligo imposto loro dall’Azienda di procedere all’identificazione dei passeggeri all’imbarco degli aliscafi con la richiesta dell’esibizione del documento di riconoscimento. Fino ad ora i marinai svolgevano sì questa mansione, ma solo attraverso controlli a campione, controlli che ora l’Alilauro spa ha invece imposto su tutti coloro che sono in possesso di un biglietto con la tariffa residente. I marinai lamentano che nell’espletare questa funzione sono stati più volte vittime di minacce e aggressioni e ritengono che questo obbligo imposto loro oltre a non essere previsto dal contratto di categoria, sia contro la legge, in quanto non avrebbero la titolarità per chiedere l’esibizione di un documento di riconoscimento. L’Azienda, dal canto suo, ha sanzionato con la sospensione alcuni tra coloro che si sono rifiutati di adempiere questo compito. In un primo incontro con i vertici dell’Alilauro i marinai avevano richiesto che venissero tolte le sanzioni e che l’Azienda provvedesse ad assumere personale ad hoc, ossia guardie giurate, sui punti di imbarco per far fronte a questa esigenza di controllo, mentre dall’altra parte hanno trovato un muro. Domani un altro inconto, nella speranza di trovare una soluzione condivisa, altrimenti i lavoratori sono pronti a continuare con la loro protesta ad oltranza.

I marinai, inoltre, denunciano l’atteggiamento della Alialuro Spa che tenderebbe a fare di tutto per screditarli nei confronti dell’utenza, anche attribuendogli responsabilità non loro, come la soppressione dell’ultimo aliscafo per e da Napoli. Secondo i dipendenti, infatti, quella che viene spacciata per una scelta obbligata a causa dell’agitazione sindacale sarebbe, invece, una precisa scelta aziendale, che tra l’altro penalizzerebe i marinai lasciando un intero equipaggio a terra e costringendo l’altro a turni di 14 ore, invece delle 8 previste.

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