Processo appello Montante, al via la requisitoria

Caltanissetta, 14 gen. (Adnkronos) – (dall’inviata Elvira Terranova) – Antonello Montante non c’è. E’ rimasto a casa, ad Asti, dove ha l’obbligo di dimora, perché in quarantena dopo essere stato a contatto con un positivo al Covid. L’ex Presidente degli industriali, alla sbarra per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, favoreggiamento, rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico, non è in aula ad ascoltare le parole del sostituto procuratore generale Giuseppe Lombardo che parla del “Sistema Montante”, che ribadisce le accuse agli imputati. E’ iniziata, nel tardo pomeriggio di oggi, davanti alla Corte d’Appello di Caltanissetta la requisitoria nel processo d’appello a carico di Montante, condannato in primo grado a quattordici anni di carcere per corruzione. Sarebbe stato lui al centro del cosiddetto “Sistema Montante”, una rete spionistica utilizzata per salvaguardare se stesso e colpire gli avversari.

In primo grado la gup di Caltanissetta Graziella Luparello emise una pena maggiore della richiesta dei pm. Alla sbarra anche l’ex comandante della Guardia di Finanza di Caltanissetta Gianfranco Ardizzone, condannato in primo grado a tre anni, il sostituto commissario di polizia Marco De Angelis, condannato a 4 anni, il responsabile della sicurezza di Confindustria ed ex poliziotto Diego Di Simone, condannato a 6 anni e 4 mesi e il questore Andrea Grassi, condannato a un anno e 4 mesi.

“Montante è stato il motore immobile di un meccanismo perverso di conquista e gestione occulta del potere che, sotto le insegne di un’antimafia iconografica, ha sostanzialmente occupato, mediante la corruzione sistematica e le raffinate operazioni di dossieraggio, molte istituzioni regionali e nazionali”, aveva scritto la Gup Luparello, nelle motivazioni della sentenza che il 14 maggio di due anni fa ha condannato a 14 anni di carcere Montante. L’ex capo di Confindustria Sicilia, scriveva il giudice, aveva dato vita “a un fenomeno che può definirsi plasticamente non già quale mafia bianca, ma mafia trasparente, apparentemente priva di consistenza tattile e visiva e perciò in grado di infiltrarsi eludendo la resistenza delle misure comuni”. A prendere la parola, a inizio, udienza è il sostituto procuratore generale Giuseppe Lombardo, su delega del procuratore generale di Catania, Roberto Saieva. La decisione è stata presa in seguito all’astensione del pg di Caltanissetta Lia Sava che, da procuratore distrettuale aggiunto, aveva coordinato l’inchiesta su Montante.

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