ALTERNATIVE AI DISSALATORI SULLE ISOLE, CONVEGNO A ROMA ORGANIZZATO DALLA FONDAZIONE UNIVERDE

Colmare il vuoto normativo di fronte alla diffusione dei dissalatori, valutare l’impatto ambientale degli impianti e delle acque di scarico, tutelare gli ecosistemi marini, migliorare la gestione dei piani di sicurezza dell’acqua e la comunicazione con le popolazioni delle isole minori. Sono questi i punti di confronto approfonditi questa mattina al convegno “Alternative sostenibili ai dissalatori sulle isole. Affrontare le sfide sull’inquinamento e la qualità delle acque”, organizzato dalla Fondazione UniVerde e da Marevivo in partnership con Marnavi, che si è svolto presso la Sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale  a Roma.

L’evento, ha rappresentato un’opportunità per valutare scenari alternativi all’utilizzo dei dissalatori a terra sulle isole minori, in particolare concentrando l’attenzione sugli impianti mobili come soluzione all’emergenza idrica e alla difesa degli habitat marini.

Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde: “Sul tema dei processi di dissalazione, del diritto all’acqua potabile di qualità, della tutela della risorsa mare e degli ecosistemi marini, la Fondazione UniVerde e Marevivo hanno da sempre coinvolto le istituzioni per ottenere norme utili. Si tratta di una questione che ha carattere sanitario e ambientale. Ecco perché servono una regolamentazione chiara e univoca sulla diffusione e la gestione dei dissalatori e direttive più stringenti alle tipologie di scarichi considerati ammissibili. L’ipotesi di un impianto mobile può rappresentare una valida risposta, con regole attente alla salvaguardia del mare e della fauna marina. Questo è il senso dell’iniziativa di oggi e dell’appello che rivolgiamo a Parlamento e Governo per una efficace azione normativa del settore ma anche per promuovere un’innovazione tecnologica made in Italy già sostenuta da progetti di ricerca europei”.

Mariastella Gelmini, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, in un messaggio ha garantito il proprio impegno nelle sedi competenti. Sul tema della provvista di acqua dolce sulle isole, ha sottolineato: “Lo Stato si è fatto carico da sempre di tale necessità. Dapprima, rifornendo le isole con navi cisterna, poi con il ricorso al naviglio privato e infine con l’installazione di dissalatori sulle isole attraverso apposite gare, la cui realizzazione deve però tenere conto di molteplici vincoli urbanistici, paesaggistici, economici e soprattutto ambientali. L’analisi che è stata presentata oggi ha il pregio di fornire dati oggettivi. I precisi suggerimenti di processo, che il convegno lascia in eredità sul tema della dissalazione delle acque, sono affidati agli enti locali responsabili delle decisioni infrastrutturali. Avranno ora ulteriori elementi da prendere in considerazione per favorire una complessiva efficienza di sistema, nel percorso che conduce a una sempre maggiore sostenibilità delle soluzioni da adottare per le isole minori”.

In rappresentanza dell’Associazione Nazionale Comuni Isole Minori è intervenuta Gian Piera Usai, Segretaria Generale dell’ANCIM: “Nelle piccole isole il problema dell’acqua e come reperirla anima ciclicamente i nostri dibattiti. La pandemia e i cambiamenti climatici ci hanno insegnato che è tempo di avere più fantasia e flessibilità per rilanciare il Paese, non verso livelli di sviluppo pre Covid ma verso una economia più dinamica. Già i Romani, nelle piccole isole, avevano sperimentato sistemi di produzione d’acqua efficaci, valorizzando gli assetti geomorfologici delle isole. Oggi le soluzioni, come per le risorse energetiche, non possono essere monotematiche, ma vanno considerate tutte le possibilità che l’ambiente offre e quindi: ricerca delle sorgenti sotterranee, raccolta della produzione meteorologica, riutilizzo delle acque reflue. Dissalatori che considerino anche la metodologia dell’osmosi inversa ambientalmente più sostenibile”.

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