I TRE POTENTI. DI VINCENZO ACUNTO

Nella storica didascalia, i potenti, quantificati in tre, sono il Re, il Papa e chi non tiene niente. Nel tempo che
corre, il numero si è assottigliato a uno, in quanto sia il Re che il Papa possono perdere regno e papato. Il
potente assoluto, quindi, è il terzo: “chi nun ten’ nient’ “. V’è però che, se alla povertà delle cose si aggiunge,
come spesso accade, quella dell’essere, un poco o del tutto deficiente, l’ordinamento non lo considera
nemmeno fino a quando non incomincia a dare fastidio alla comunità. Solo allora corrono le macchine con le
sirene spiegate come è successo qualche giorno fa a Panza per un povero cristo che stava dando fastidio. Il
mio maestro di quinta elementare, Raffaele, quando doveva biasimare qualcuno che non rispondeva al suo
format considerativo era solito dire “è un semideficiente” e, poiché accompagnava il dire con una mimica
facciale di biasimo molto intensa, ci determinava a ritenere che “il semi” era ancora più grave del deficiente
completo. Quando qualcuno di noi, per non fare brutta figura all’interrogazione, tentava di fare il furbo e si
rifugiava nella bugia o nell’imbroglio, non esitava ad apostrofarlo col termine di “lestofante”. Con tutta
onestà posso dire che, poiché in quinta elementare non si usava il vocabolario né si conosceva il significato
di tante parole (abituati, com’eravamo, a parlare in dialetto) e neppure recepivamo la portata offensiva delle
stesse che non eravamo in grado, nemmeno, di riportare a casa ove, peraltro, avremmo trovato un clima
sempre pro e mai contro l’insegnante. Anche perché, non appena succedeva qualcosa che suscitasse ilarità,
il maestro, lasciandosi andare in risate di gusto che coinvolgevano anche il suo fisico (grosso e imponente)
che vibrava tutto, scompariva in ognuno di noi il risentimento, se mai acquisito. Anche Gennarino non portava
acredine pur se, essendo particolarmente svogliato, spesso rimediava qualche sganassone dal maestro.
L’evoluzione temporale ha modificato ogni cosa; il maestro o la maestra non possono lasciarsi andare a
rimproveri qualificativi e devono centellinare ogni loro dire o fare perché in agguato c’è sempre un genitore
“sensibile” con l’avvocato disponibile a denunciare l’offesa o l’abuso. Il risultato, con le dovute eccezioni, è
che le classi dirigenti (e chi si approccia ad esse) non sembrano, oggi, brillare né per efficienza né per duttilità.
Quando poi dalla mancanza di efficienza si degrada nella deficienza, non è difficile imbattersi in lestofanti
che, pregni di grassa ignoranza e di supposta competenza, non lesinano a salire sul pulpito dei saccenti. Come
“quell’asino che tirato a lucido per essere venduto al mercato pensando di essere diventato cavallo si andò
ad iscrivere ad una competizione ippica”. Il lettore si chiederà, come mai, con tanti eventi che si verificano
sull’isola, questa settimana occupo questo spazio con richiami aneddotici che ci portano a un tempo che non
potrà mai più tornare. Ha ragione. Avrei potuto scrivere dell’andamento della stagione turistica sull’isola
d’Ischia nella quale l’unica reazione che mi piacerebbe commentare è quella di Mario Leonessa (patron del
Continental) che ha detto “ad Ischia arriva la peggiore gente”. Mi riservo di farlo in altra occasione cercando
di argomentare approfonditamente del traffico, del numero di macchine, del bonus vacanze in quanto
potrebbe essere inopportuno farlo ora a stagione ancora in corso. Avrei potuto continuare a commentare le
evoluzioni della campagna elettorale di Serrara. Non lo faccio anche se il “vucculiatorio” (ndr: per chi non
conosce il termine può rileggere, qui, il mio pezzo di domenica 12 settembre) dei sussunti opinionisti mi
colloca in una piovra che, attraverso i candidati di una parte, estenderebbe isuoi malefici tentacoli sull’intero
comune. Ed anche per questo tema mi riservo di ritornare sull’argomento per non dare l’impressione di
privilegiare l’uno o l’altro schieramento, che per me sono pari sono, in quanto provenienti dalla stessa
gestazione di potere. E’stato addirittura affisso un manifesto anonimo (??) effigiante (anche) una mia foto
che insieme ad altre quattro persone avrebbe steso o starebbe stendendo la ragnatela sul comune di Serrara
Fontana e, non nascondo di aver patito una reazione emotiva che, grazie a Dio, ha indurito solo l’inchiostro
della mia penna che trattiene lo scrivere visto che si tratta di accuse di stampo camorristico delle quali non è
possibile fare qui commenti e sulle quali ritengo che, trattandosi di denuncia che impone accertamenti di
ufficio, le forze dell’ordine devono aprire un’indagine approfondita allo scopo di svelare l’esistenza di sussunti
maneggi, più o meno noti, dei quali il propalatore, evidentemente, è già a conoscenza. Forse nel mio pezzo
della scorsa settimana, avrò toccato, inconsciamente, qualche argomento che ha dato fastidio e potrebbe
offrire più di qualche spunto ad una indagine seria. Il fatto è grave in quanto sull’isola d’Ischia l’espressione
“le mani su….”, tratta dal film di Rosi che denunciava il malaffare nella città di Napoli, è usata spesso ed in
diverse realtà isolane. Essa attraverso il sistema mediatico ed informatico diffonde, nel mondo, il
convincimento che l’intera isola d’Ischia è “accappellata” da una “cupola camorristica”. Un amico (pensando
di rallegrarmi) mi ha mandato un whatsapp che riprende espressioni simili, rese pubbliche e della stessamatrice: “Le mani su Villa Arbusto – quattro isolani e qualche extra” – “Le mani ischitane sul faro di Punta
Imperatore” ed altre ancora. Ergo, c’è qualcuno che sa e che dovrebbe riferire alle forze dell’ordine, anche
perché, da ultimo, nell’orgasmo comunicativo di chi, evidentemente, sa, “l’accappellamento delinquenziale”
è stato portato all’opinione pubblica attraverso un manifesto, affisso negli spazi pubblici, con nomi cognomi
e foto e le forze dell’ordine non possono far finta di nulla anche perché sono intervenuti i vigili urbani a
rimuovere l’affissione abusiva. Nel caso detto la cosa appare ancora più inquietante in quanto la sussunta
ragnatela forma una associazione (a delinquere?) costituita da un candidato sindaco (Cesare Mattera), da un
ex agente di p.g. già comandante dei vigili urbani (Giuseppe Mattera), da un avvocato (io), da un esperto di
diritto amministrativo, funzionario dello stato-segretario comunale (dr. Luigi Iacono), da un ex funzionario
delle poste italiane (dr. Umberto di Iorio esperto in telecomunicazioni, finanze e organizzazioni elettorali che
costituiscono un misto di competenze professionali impressionante che, come il propalatore lascia intendere,
potrebbe anche incidere sul procedimento elettorale e, pertanto, non può essere derubricato a semplice
“vucculiatorio” di piazza. Auspico pertanto (trattandosi di reati che impongono accertamenti di ufficio) che
le forze dell’ordine, partendo dal rapporto di servizio redatto dai vigili urbani di Serrara, intervengano con
sollecitudine a liberare l’isola, se c’è, da una pericolosa cupola, denunciando i malfattori all’autorità
giudiziaria (tra cui lo scrivente pur ignaro di farvi parte). Diversamente che sia scoperto e denunciato il
propalatore per procurato allarme che, parimenti, è reato grave visto che si propala un evento, un fatto, con
nomi cognomi e fotografie che l’ordinamento reputa talmente grave da imporre l’indagine di ufficio.
Consentendo così, all’ignara e spaventata opinione pubblica, di aggettivare il propalatore col sostantivo di
“lestofante” (imbroglione-manipolatore-bugiardo) e non lasciare, ancora una volta, veicolare il vecchio detto
che tre sono i potenti: Il Re, il Papa e chi non tiene niente!!

acuntovi@libero.it

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