FESTA DI SANT’ANNA, SI RITORNI ALLE ORIGINI: E’ IL POPOLO CHE LO CHIEDE! DI ANTIMO PUCA

Sant’Anna perduta e abbandonata! No al ripetersi di una tradizione storica che riduciamo a mera “festa”. Non sappiamo essere custodi gelosi di una festa che trae le Sue origini dalle viscere degli ischitani e della fede autentica! De Luca ha detto no al  “Natale estivo”, portatore di “doni”, perché, diciamocelo fino in fondo, Sant’Anna è, oggi, solo puro business, alla faccia degli antichi pescatori che, radunatisi nella baia, ringraziavano la Santa per le nuove nascite e/o per il latte materno o per i raccolti, il pescato e vari doni che, attraverso la Sua intercessione, giungevano nelle varie famiglie! Arriva Babbo Natale al Comune di Ischia, carico carico di… !!.. e alla fine, pure di gettare fumo negli occhi di un popolo che accetta supinamente tutto senza mai alzare la voce, non si elegge un Direttore Artistico attraverso un Concorso e per meritocrazia ma lo si decide in stanze chiuse eeee… oltre a riempire le tasche dei soliti noti, si riempiono anche le stanze dei soliti, pochi, noti alberghi circostanti di fronte a cui si sparano i fuochi. Così “gli amici campano grazie ad altri amici”.. a mo’ di un ritornello di un solito rondeau per i soliti pochi … una sorta di girotondo oligarchico! Mi vengono in mente i maestri Gaetano, Giorgino, Funiciello, Totonno ‘o turzo, gli allievi Ciro ‘e Cafierro e Franco ‘o Guacchione: Festa di Sant’ Anna festeggiata sulle acque della vecchia Aenaria, e’ una festa folklorica dei pescatori del Borgo  della Mandra e quella di Celso. ERA la nostra identità di un popolo legato alla pesca che il 26 Luglio si fermava dalla ardua vita del pescatore per ringraziare la Madre della nostra Mamma Celeste.
Non è più di una festa di famiglia che si radunava su barche e gozzi addobbati con canne e frasche, che si godeva un buon coniglio,  parmigiana, un buon bicchier’ di vino. La festa è diventata un business, perdendo la sua identità, l’identità di un popolo ormai svanito, quello del pescatore.
Una cosa folklorica appartiene alla identità di un popolo e alla caratteristica di una zona. Sant’Anna e NERONE, sono sinonimi. Come nacque il soprannome: NERONE (GIOVAN GIUSEPPE SORRENTINO )
Negli anni 37 o 38 Giovan Giuseppe, il futuro Nerone, ideò un gozzo della Mandra nella forma di un trono della antica Roma con Lui vestito da Nerone sul trono, fiancheggiato da due schiavi Africani con ventagli di piume che lo sventolavano. Il gozzo, spinto da 4 rematori, (schiavi Ischitani)  parte dalla Mandra al grido di: “Viva Nerone” e naviga verso il Ponte. Il gozzo, non sembra tanto stabile sull’acqua un po’ agitata, per causa del peso di Nerone e alla altezza del trono (in fin dei conti, qui parliamo di un Imperatore) il gozzo con Nerone e i suoi schiavi affonda proprio vicino alla “Corrente” al delirio della gente che era sul ponte del Catello. Negli ultimi dieci anni, le barche di Procida sono sempre state magnifiche e magistrali, artistiche, originali. Soprattutto, Belle! Nulla quaestio! Solo che la festa di Sant’Anna è la nostra. È ischitana, soprattutto, dei Mandraiuoli! Il mio è un appello a tornare agli albori. Una Sant’Anna essenziale , autentica, ed originale, intendo che torni alle origini. Questo business ha corrotto le menti e dirottato i cuori dei pochi, soliti noti amministratori che ogni anno usano il loro potere per intascare, purtroppo, a discapito della qualità e a discapito della valorizzazione del luogo e della identità di un popolo che è anche il mio! Tutti taCciamo ma, al contempo, tutti mormoriamo. Io non voglio mormorare. Voglio provare a proporre ciò che la mia mente ed il mio cuore mi gridano dal profondo della coscienza. È forse superbia la mia? Oppure un reato? Se nessuno prova a dire le cose e tutti tacciamo dinanzi a ciò che ci propongono, un giorno non sapremo più da che parte sta la qualità e penseremo che tutto ciò che ci viene posto dinanzi è cosa buona! Diventeremo come i polli cresciuti in batterie, in spazi piccoli e limitati e a cui danno sempre il solito cibo ed i polli pensano che quello è il migliore ed unico che ci sia. Ma se i polli scoprono che possono vivere in spazi più grandi e con una varietà di cibo, allora anche loro inizieranno a pensare che esiste una qualità e che la loro vita ha un valore. Ciò che vorrei cercare di far comprendere è che le nostre usanze e tradizioni in genere, non solo Sant’Anna, hanno un Valore inestimabile e noi dovremmo comprenderlo e custodirlo nel tempo, un po’ come fanno a Procida con il venerdì santo. Sono secoli che la processione si ripete sempre uguale dal 1650, e, sempre, e ogni volta, a me sembra di rituffarmi un una vecchia cartolina d’epoca. Ischia e la antica tradizione di Sant’Anna meritano di più . Anche Ischia ha un valore intramontabile ed il turista perbene ritorna perché vuole ritornare  a casa e proiettarsi in un tempo lontano da auto, traffico, inquinamento e stress. Anche Ischia può, in alcuni momenti estivi, ritornare cartolina d’autore. Sant‘Anna è un momento storico. Non una semplice festa a mo’ di caciara che si riduce al mero guadagno per i soliti pochi noti. Mi chiedo come è possibile che gli ischitani non si ribellino ma, anzi, continuino a chinare il capo e a portare voti a coloro che usurpano i Beni nostrani! Dispiace notare uomini (sedicenti) di cultura agire in modo totalmente opposto alla conservazione della integrità e della dignità di un popolo!! Sono dispiaciuto non poco per la sospensione della festa. De Luca sembra un ciclope con l’unico occhio miope. Dovrebbe esserci lo stop anche al concerto di Gigi D’alessio e la Riva Destra dovrebbe essere più controllata poiché non si cammina dato il muro di genti!
Di Antimo Puca

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