Una situazione sta creando disagi notevoli sull’isola ed attende da mesi di essere affrontata e risolta: “L’impossibilità di somministrazione ferro per endovena”. Stamattina, il Cudas Ischia ha provveduto ad inviare una nota al Direttore sanitario del “Rizzoli” e per conoscenza al Direttore sanitario dell’Asl Na2 Nord a proposito di diverse segnalazioni riguardanti una prolungata carenza organizzativa che sta impedendo la somministrazione di ferro per endovena ai pazienti extraospedalieri dell’isola.
Da tempo, -avvisano dal Cudas- non è più possibile effettuare la somministrazione a domicilio delle fiale di ferro, a tutela della salute dei pazienti. Di conseguenza, la terapia può essere praticata solo in ospedale, in day hospital presso il “Rizzoli”. I medici di base non hanno la possibilità di prescrivere la terapia e non vi è modo di usufruirne secondo le nuove modalità, che impongono il passaggio in ospedale.
Alla luce dei disagi e dei rischi futuri, il Cudas ha sollecitato l’attivazione di uno spazio dedicato presso l’ospedale “Rizzoli” e data la condizione di insularità, non vi è possibilità per gli isolani di un accesso ad altra struttura, per cui le carenze e le inadeguate risposte dell’unico presidio isolano ai bisogni della popolazione si traducono nella privazione di terapie e/o servizi, anche basici, indispensabili per la salute dei singoli e della comunità.