Palermo, 30 giu. (Adnkronos) – “La timidezza con la quale la sinistra e i democratici in parlamento stanno affrontando la questione dei pestaggi nelle carceri e i continui casi di abusi e violazione dei diritti umani a casa nostra per opera di apparati dello stato, è la stessa con la quale si rapporta alla tragedia umanitaria nel nostro mare, che si compie ogni giorno sotto i nostri occhi”. E’ la denuncia di Luca Casarini. “La macelleria messicana contro i detenuti che tutti abbiamo visto in quel video, trae la sua legittimazione da un modo di fare dello Stato anche fuori dai confini: chi finanzia campi di concentramento in Libia, dove avvengono torture e uccisioni di donne, uomini e bambini, perché dovrebbe avere un approccio diverso sugli esseri umani nei ghetti di casa nostra’”, dice il capo missione di Mare Jonio.
“Chi riconsegna ai torturatori persone innocenti che tentano di scappare dall’orrore, perché dovrebbe preoccuparsi di insegnare a salvare piuttosto che a lasciar morire’ – dice – La lotta per i diritti umani non è “per i poveri africani che devono essere salvati dai bravi e buoni europei”. La lotta è di tutti e per tutti. Se lasciamo il nostro presente e il nostro futuro in mano allo Stato che viola i diritti umani come prassi, saremo noi, i nostri figli, qui a casa nostra, a pagarne le conseguenze. Nessuno si salva da solo, da nessuna parte. E mentre piangiamo l’ennesimo naufragio davanti alle nostre coste, che non è un incidente ma frutto di scelte criminali prese dai governi che preferiscono far morire piuttosto che garantire canali di ingresso sicuri e legali, guardiamo le immagini terribili delle torture in un carcere in italia”. “Non sono problemi diversi, ma due facce della stessa medaglia. E non ci resta che continuare a lottare, in mare come in terra, per impedire che questa realtà mostruosa si prenda le nostre vite. In quei campi in Libia ci siamo noi. In quel carcere ci siamo noi”, conclude.