Quando ho letto della scarcerazione di Brusca ho pensato a patti occulti. La trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa Nostra continua ancora oggi. La scarcerazione di Brusca è una vergogna. È un atto di accusa ad una giustizia ammalata. Un atto di accusa anche a quei politici che hanno cavalcato per qualche voto la vicenda in modo squallido. Senza dignità né onore. E non sentono il bisogno di chiedere scusa. Uno vale l’altro. In questo caso, uno vale zero. Sono tantissimi anni, almeno dagli inizi degli anni ’90, che alcune inchieste giudiziarie hanno cambiato pelle. Spesso, sono diventate un’ arma di battaglia politica, stravolgendo la loro funzione costituzionale di accertamento rigoroso dei reati e delle responsabilità. Alcuni pubblici ministeri hanno trasformato il loro ruolo in uno strumento per affermarsi sulla scena mediatica o, addirittura, per diventare essi stessi politici. Ogni indagine, ogni avviso di garanzia, ogni iscrizione nel registro degli indagati è stato utilizzato per delegittimare l’avversario, chiederne la rimozione, esporlo alla gogna del disprezzo. Anche sui social. Qualche politico ne ha fatto addirittura un tratto della propria identità. Ripercorrere le dichiarazioni e le iniziative di alcuni esponenti nei giorni dell’arresto e, dopo anni, della scarcerazione di Brusca fa davvero capire come la giustizia sia stata piegata agli interessi della propaganda senza alcun rispetto per le persone e per il valore fondamentale della presunzione d’innocenza fino a una sentenza definitiva. La regola sembra essere da sempre “garantisti con i propri amici. Forcaioli con gli avversari”. Questo dimostra quanta strada c’è ancora da fare. Un primo passo importante per separare i conflitti politici dalle questioni giudiziarie è chiedere scusa. Scusarsi. Combattere la corruzione e i reati è fondamentale. Servono magistrati che lo facciano con serietà, riservatezza, rispetto delle regole e dei diritti degli imputati. E servono politici che abbiano lo stesso rispetto. Lo Stato ha perso. Ma non adesso. Ha perso tempo fa, quando ha avviato la trattativa con Cosa Nostra, che continua tutt’ora.
di Antimo Puca