ISCHIA COVID FREE? BENE, MA ORA BISOGNA DIMOSTRARE ORGANIZZAZIONE E PROGETTUALITA’. DI MIMMO BARRA

La questione relativa a “Ischia Covid Free” è più complessa di quello che si può immaginare ed il solo attestato risolve ben poco. Si tratta di una verità amara, forse scomoda, che però va detta. Di sicuro serve sul piano internazionale come marchio e garanzia di una campagna vaccinale condotta in modo veloce tanto da agevolare la ripartenza. Ciò, però, può trasformarsi in un azzardo perché non si può basare tutto sulla comunicazione di un messaggio, per attirare turisti, che, mi auguro, arrivino da ogni parte del mondo se non fa seguito la sostanza. L’idea vincente potrebbe essere quella di offrire ai propri ospiti tamponi gratuiti nelle strutture o, addirittura, un’assicurazione gratis in grado di coprire il periodo di vacanza del cliente in caso di un eventuale contagio.

“Ischia Covid Free”, può produrre un segnale importante per il viaggiatore ma se resta un contenitore svuotato di organizzazione agli imbarchi e nei trasporti, nella pianificazione delle attività e nella programmazione in ogni settore della vita dell’isola può rivelarsi un boomerang dagli effetti solo in parte prevedibili.

Bisogna giungere alla conclusione che la creazione di una bolla “libera” dal Covid è condizione necessaria ma non sufficiente per non limitare in negativo lo sforzo di albergatori e ristoratori, attività commerciali e imprenditoriali,  come di tutta l’economia isolana. È arrivato il momento per le Amministrazioni di collaborare e riconquistare il terreno perduto in questi ultimi anni. Una località come Ischia, non può permettersi di lasciarsi abbagliare dal facile entusiasmo prodotto dalla libertà ritrovata a seguito della campagna vaccinale e dagli sforzi della Regione ma deve sapere come dare frutto a questo capitale di “ripartenza” che il Presidente De Luca ha investito sulle isole.

“Ischia Covid Free” deve trasformarsi in un modello di sviluppo nuovo, sia infrastrutturale sia sostenibile, in armonia con l’ambiente dando risalto al “green” e al verde e per migliorare la vita delle persone approfittando dei fondi che la Regione Campania metterà sul campo, attraverso il Recovery Fund. Significa, insomma, non lasciarsi accecare dai soliti due o tre mesi in cui il lavoro e il turismo sicuramente saranno di segno positivo ma creare un dialogo permanente, duraturo, tra la politica, le associazioni di categoria, gli imprenditori e le migliori menti di Ischia e non. Ciò allo scopo di rifondare un prodotto, un “made in Ischia”, ancora troppe volte dimenticato ed avviare una buona operazione di destagionalizzazione piena. Enogastronomia, Km 0, tradizioni, storia e cultura, infrastrutture e trasporti, accoglienza, devono diventare gli ingredienti intorno a cui ricostruire l’isola d’Ischia, perché dedicarsi al suo brand non è sufficiente. Senza questi elementi che se coltivati possono fare la differenza, lo slogan “Ischia Covid Free” non soltanto avrà durata ed effetti limitati ma rischia di fare implodere un sistema che, rispetto ad altre località internazionali, è in grosso affanno. È necessario, in altre parole, fare appello a nuovi propositi di crescita e sviluppo da parte delle amministrazioni e chiamare intorno a un tavolo i talenti presenti a Ischia. In questo scenario, in cui non potrà più esserci la “normalità” che abbiamo conosciuto e a cui siamo stati abituati, anche nei servizi, diviene indispensabile ricostituire un collegamento sul territorio con la Regione attraverso un raccordo riproponendo magari il ripristino dell’Azienda di Cura e Soggiorno con funzioni di coordinamento tra gli enti locali, le istituzioni Regionali, l’Assessorato al turismo e l’ARETUR. Solo in questo modo ci potrà essere vera ripresa e progettualità per costruire un futuro migliore.

Mimmo Barra

Componente dell’ Agenzia Regionale Turismo Campania

Già Commissario Azienda di Cura e Soggiorno di Ischia e Procida 

 

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