RAZZO CINESE CADUTO: NESSUN FRAMMENTO SULL’ITALIA

Nessun frammento o detriti spaziali del razzo cinese sull’Italia. Lo fa sapere la Protezione civile, tramite un comunicato sul suo sito, sulla base degli ultimi dati forniti dalla Agenzia Spaziale Italiana (ASI) al tavolo tecnico che ha seguito il rientro incontrollato in atmosfera del secondo stadio del lanciatore spaziale cinese ‘Lunga Marcia 5B’. Nella giornata di ieri si paventava che tre delle traiettorie previste avrebbero potuto coinvolgere l’Italia e per la precisione 9 regioni del centro-sud, ovvero Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.

La maggior parte del razzo è andata distrutta durante il rientro, si legge poi sul sito della Bbc, che cita media cinesi, mentre alcune parti sono finite nell’oceano indiano, ad ovest delle Maldive. Il secondo stadio del razzo cinese ‘Lunga Marcia 5B è quindi rientrato nell’atmosfera sull’Oceano Indiano, in un’area vicina alle isole Maldive, secondo quanto reso noto dall’agenzia spaziale cinese. Si è quindi verificato senza impatti il passaggio del detrito spaziale sulla traiettoria che interessava buona parte dell’Italia.

I detriti del razzo sono rientrati nell’atmosfera terrestre alle 10:24 (02.24 GTM), secondo quanto riportato dal ‘Global Times’, un giornale spesso usato come portavoce di stato in lingua inglese, che ha citato il ‘China Manned Space Engineering Office’. Secondo l’emittente governativa Cctv, inoltre, i resti della navicella sono rientrati nell’atmosfera alle 10:12 sul Mar Mediterraneo e sono caduti alle 10:24 nell’Oceano Indiano, nelle acque internazionali al largo delle Maldive. La maggior parte dei detriti si è distrutta durante il rientro, hanno affermato i media statali cinesi.

Il velivolo ‘Long March 5B’ ha portato il modulo centrale Tianhe (Heavenly Harmony) nello spazio giovedì scorso, segnando l’inizio della costruzione della stazione spaziale cinese. Nel maggio 2020, i detriti di un altro razzo ‘Long March 5B’ sono caduti sulle parti rurali della Costa d’Avorio, causando danni a diversi edifici nella nazione dell’Africa occidentale. (fonte adn kronos)

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