Oggi 3 maggio è la Giornata mondiale della libertà di stampa nota semplicemente come Giornata mondiale della stampa. E’ stata proclamata dall‘Assemblea generale delle Nazioni Unite per evidenziare l’importanza della libertà di stampa e ricordare ai governi il loro dovere di sostenere e far rispettare la libertà di parola sancita dall’Articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 e celebrare l’anniversario della Dichiarazione di Windhoek, un documento sull’importanza fondamentale dei principi in difesa della libertà di stampa, del pluralismo e dell’indipendenza dei media promulgato dai giornalisti africani a Windhoek nel 1991.
La data è stata prescelta per ricordare una tavola rotonda dell’UNESCO, tenutasi in Namibia nel 1991, finalizzata a promuovere l’indipendenza e il pluralismo della stampa africana (Promoting an Independent and Pluralistic African Press). In quell’occasione venne redatta la Dichiarazione di Windhoek, dove si affermarono importanti principi sulla difesa della libertà di stampa, del pluralismo e dell’indipendenza dei mezzi di comunicazione, intesi quali elementi fondamentali per la difesa della democrazia e il rispetto dei diritti umani.
L’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è stato richiamato nella Dichiarazione di Windhoek: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione, tale diritto include la libertà di opinione senza interferenze e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza frontiere”.
Ogni anno, il 3 maggio, viene assegnato il premio UNESCO per la libertà di stampa, titolato a Guillermo Cano Isaza, assassinato nel 1986 davanti alla sede del giornale El Espectador per il quale collaborava. Il riconoscimento omaggia persone, organizzazioni ovvero istituzioni, che hanno concorso alla difesa e alla promozione della libertà di stampa, anche esponendosi a dei rischi.
La libertà di stampa è riconosciuta dall’ordinamento italiano all’art. 21 della Costituzione della Repubblica: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Le nuove tecnologie, offrendo strumentazioni agilissime, dove è possibile condividere e commentare contenuti, hanno ampliato considerevolmente le possibilità, a pressoché ogni categoria sociale, compresi gli status culturali meno elevati, di esprimere, in modo del tutto libero, e quasi senza regole, il proprio pensiero. Da evidenziare, soprattutto, gli interessi confliggenti che emergono sul punto, come i confini statuiti dal reato di diffamazione (art. 595 c.p.), il diritto all’oblio, e le fake news. Si rileva, ulteriormente, che l’ordinamento richiede un differente grado di diligenza tra il professionista dell’informazione (il giornalista e l’editore, ad esempio) rispetto al “non addetto ai lavori” che si esprime con un qualsiasi mezzo di comunicazione.