Roma, 2 feb. (Adnkronos) – Di nuovo. Dopo meno di un mese da quel 13 gennaio, il Pd si trova a dover parlare di nuovo di “rottura inspiegabile”. Rottura da parte di Matteo Renzi. Era successo il 13 gennaio, dopo che si era tentato il tutto per tutto per riavvicinare Renzi e Giuseppe Conte, ma il leader di Iv ritirò comunque le ministre. E’ successo di nuovo oggi. Dopo che il Pd aveva dato un’altra possibilità al senatore di Rignano. Nel rimpallo delle accuse, Iv dice che la trattativa sul Conte ter è saltata per i “niet degli ex-alleati di maggioranza”. Per il Pd le cose stanno in modo opposto.
E quello che resta a sera è che la linea su cui tutti i dem avevano dato mandato al segretario Nicola Zingaretti -quella di tentare la possibilità di ricostituire una maggioranza con Iv attorno a Conte- è fallita. Certo, per colpa di Renzi. Ma di fatto da stasera si apre uno scenario che i dem non avevano perseguito come piano A per uscire dalla crisi. E anche la possibilità accarezzata da alcuni nel Pd -quello del voto anticipato- è stata tolta dal tavolo, con motivazioni argomentate, dal presidente Mattarella.
E’ attesa una Direzione in cui, come spiega Andrea Orlando, “faremo le nostre valutazioni”. Sembra difficile che il Pd non sosterrà la proposta del capo dello Stato su Mario Draghi. E in tarda serata arriva un post del segretario Nicola Zingaretti: “Da domani saremo pronti al confronto per garantire l’affermazione del bene comune del Paese”. E aggiunge: “Abbiamo fatto davvero di tutto per ricostruire una maggioranza, in un momento difficile. Il presidente Mattarella, che ringraziamo, con la sua iniziativa ha posto rimedio al disastro provocato dalla irresponsabile scelta della crisi di Governo”.