Roma, 29 dic. (Adnkronos) – Sara Longhi, 38 anni, e Alfonso Marrazzo, 36 anni, di Bologna, entrambi non udenti, nel 2012, aprono il ‘Senza nome’ caffè, un bar dove possano interagire i sordi con gli udenti, contribuendo a facilitare l’integrazione e il confronto e allo stesso tempo promuovere la lingua dei segni italiana. Situato nel centro di Bologna, è oggi considerato un riferimento per molti sordi di tutta Italia.
A servire la clientela sono dei ragazzi sordi. Per l’ordinazione l’udente può utilizzare il linguaggio dei segni (in questo caso ha diritto ad uno sconto); bigliettini prestampati posti in bacheca (su ‘l’angolo del cocciuto’); scrivere su foglietti o ricorrere ai gesti più comuni. In sostanza non sono i non udenti a doversi sforzare per farsi capire, ma sono gli udenti a dover provare a utilizzare nuove forme di comunicazione per entrare in contatto con baristi e camerieri.
Sulle pareti è attaccato un cartellone che propone il menù tradotto nella Lis e a chi non riesce proprio ad ordinare utilizzando il linguaggio dei segni, sono i ragazzi al bancone che cercano di insegnare qual è il gesto giusto da fare per poter avere il piatto o la bevanda preferiti. Il locale è frequentato da molti udenti anche per le sue numerose iniziative culturali: da laboratori di arte a mostre, proiezioni, testimonianze.