LAVORI USURANTI A MARE. DI CESARE FERRANDINO

Nel recente  documento d’intesa firmato dal governo e sindacati ha avuto grande spazio il tema dei benefici previdenziali da assegnare ai lavoratori che svolgono mansioni usuranti. Secondo le stime del ministero del lavoro la lista di queste mansioni dovrebbe coinvolgere quasi 1,4 milioni di lavoratori con un costo massimo pari a 2,9 miliardi dei 10 preventivati per l’abolizione dello scalone. Una loro corretta definizione è quindi un punto cruciale per la sostenibilità della riforma. Secondo il decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374 i lavoratori usuranti sono quelli per cui è richiesto un impegno psicofisico particolarmente intenso e continuativo, condizionato da fattori che non possono essere prevenuti da misure idonee.

Per queste mansioni è previsto un anticipo del limite di età pensionabile di due mesi per ogni anno di occupazione, fino a un massimo di cinque anni, e una riduzione del limite di anzianità contributiva di un anno ogni dieci di occupazione, fino a un massimo di quattro anni. Il riferimento legislativo attuale sul tema è il decreto ministeriale 19 maggio 1999, n. 208 (Decreto Salvi) che riprende di fatto il decreto legislativo precedente. Le mansioni particolarmente usuranti, fanno che fanno riferimento a criteri come, la ridotta attesa di vita, elevata frequenza degli infortuni, l’esposizione ad agenti dannosi, e il cui svolgimento garantisce la possibilità di pensionamento anticipato, sono:

  • Lavoro notturno continuativo (svolto a bordo alle navi sia dal personale di coperta e quello di macchina);
  • Lavori alle linee di montaggio con ritmi vincolati;
  • Lavori espletati direttamente dal lavoratore in spazi ristretti: all’interno di condotti, di cunicoli di servizio, di pozzi, di fognature, di serbatoi, di caldaie ( a bordo alle navi personale di coperta e di macchina: pulizie e pitturazione casse, pulizia e pitturazione doppi fondi, pulizia e pitturazione gavone di prora e di poppa, Ufficiali di coperta e macchina ispezione settimanale e mensile doppi fondi, casse, gavone di prora e poppa);
  • Lavori in altezza: su scale aeree, con funi a tecchia o parete, su ponti a sbalzo, su ponti a castello installati su natanti, su ponti mobili a sospensione. Questi lavori sono assimilati quelli svolti dal gruista, dall’addetto alla costruzione di camini e del copritetto (personale di coperta sulle navi: pitturazione in sospensione di alberi e alberetti, sostituzione dei cavi di acciaio ad alberi ed alberetti – Ufficiali di coperta controllo in sospensione dei lavori eseguiti);
  • Lavori in celle frigorifere o all’interno di ambienti con temperatura uguale o inferiore a 5 gradi centigradi;
  • Lavori ad alte temperature: addetti ai forni e fonditori nell’industria metallurgica;
  • Autisti di mezzi rotabili di superficie;
  • Marittimi imbarcati a bordo (riconosciuti solo quelli di macchina). Il personale di coperta: comandante, Ufficiali, marinai, giovanotti e mozzi, nonostante svolgessero le stesse attività del personale di macchina: con lavoro notturno, lavori con sbalzi repentini delle temperature climatiche ed ambientali, lavori di manutenzione in spazzi chiusi, lavori di manutenzione in altezza su alberetti, non è stata riconosciuta la categoria di lavoro usurante (!!!!!!!);
  • Personale addetto ai reparti di pronto soccorso, rianimazione, chirurgia d’urgenza;
  • Trattoristi;
  • Addetti alle serre e fangaie.

Il punto principale è quello di una definizione di queste mansioni, basata su criteri “oggettivi” su cui deve essere costruita una letteratura.  Da un attento studio è emerso  che un campione di marittimi (personale navigante sulle navi) sia esso in servizio di coperta e quello in servizio in macchina – individui ultra- cinquantenni, sono stati riscontrati affetti da patologie quali: sordità cronica (dovuto ai continui rumori sia durante l’arco il giorno e la notte), reumatismi (esposizione continuativa all’intemperie e agli sbalzi di temperatura causati dagli agenti atmosferici e/o ambientali), cervicale cronica (esposizione continuativa all’intemperie e agli sbalzi di temperatura causati dagli agenti atmosferici e/o ambientali), traumi da caduta, inalazione di sostanze nocive, quali: pitture, gasolio, diluente, oli, gas di scarico, fumi, ect.. A tutto ciò deve essere aggiunto: a) periodo di lontananza dalle famiglie; b) i recenti atti di pirateria che comportano un notevole stress psicologico; c) stress ambientale dovuto agli angusti alloggi forniti dall’armatore a bordo delle navi; d) navi non bonificate con presenza di amianto negli alloggi equipaggio, salette, ect..  Le forme di reumoartropatie riscontrate nei marittimi (personale di coperta) sono quelle etiopatogenicamente ascrivibili a progressivi traumi (vibrazioni dello scafo a seguito di avverse condizioni meteo- per lo pù fratturativi) o all’attività lavorativa, in cui il lavoro agisce come causa e concausa della patologia reumatica. La malattia artrosica dei marittimi (personale di coperta: comandanti, Ufficiali, nostromo, marinai, giovanotti e mozzi) è riconosciuta tra la patologie stress lavoro – correlate. Un lavoro di intensità risulta moto affaticante quando richiede una concentrazione statica prolungata o quando ricorrano fattori perfrigeranti legati al microclima, alla rumorosità ambientale, alla presenza di vibrazioni, ad una insufficiente illuminazione (navigazione notturna), ad una alimentazione irrazionale, con sgradevoli effetti sugli apparati sensoriali e sulle condizioni psicologiche del prestatore d’opera. Infine, i codici Isco 88 per la classificazione delle mansioni (marittimi imbarcati a bordo delle navi, personale di coperta e di macchina), le prime tre posizioni per prevalenza  di malattie croniche sono il personale navigante a bordo alle navi. Per rendere i dati omogenei  si sono considerati solo casi in cui la mansione è stata svolta per almeno dieci anni. A differenza dell’elenco del decreto Salvi, riferito principalmente al luogo di lavoro, in questo caso si può tenere conto in maniera esplicita degli effetti sulla  salute della mansione effettivamente svolta, senza dover ricorrere a un criterio  stringente come quello della effettiva invalidità. Una individuazione fondata su elementi scientifici delle mansioni usuranti potrebbe evitare la proliferazione di proposte di tipo soggettivo da parte dei vari attori della concertazione e potrebbe aiutare a definire una soluzione basata non solo sulla riduzione della fase attiva. Al personale in servizio di coperta che opera sulle navi, quali: comandanti, Ufficiali, Sottufficiali, marinai, giovanotti di coperta, mozzi, deve essere riconosciuta la mansione di categoria usurante, come applicata al personale di macchina.

di Cesare Ferrandino, Capitano Superiore di Lungo Corso

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