E’ MORTO A 88 ANNI DON PASQUALE SFERRATORE, UN VERO PRETE DI FRONTIERA

E’ scomparso oggi Don Pasquale Sferrattore, 88 anni, fino all’ultimo giorno pronto a svolgere il suo ruolo di parroco di frontiera, al fianco alle persone deboli, al fianco dei giovani, al fianco di chi voleva ascoltare la “vera parola del Signore”. Ci piace immaginarlo trionfante e sorridente mentre taglia il traguardo del Paradiso (come nella foto di copertina) dove certamente verrà accolto. Teleischia perde il suo grande comunicatore cattolico. L’isola intera perde un grande prete che sapeva muoversi in bicicletta, a dispetto dei tempi, creando un’immagine iconica che resterà per sempre nella nostra memoria.

 

Nato nel 1932, dal 1960 è stato parroco di Monterone, chiesa San Michele Arcangelo,  e per sessant’anni ha svolto il suo ruolo apprezzato da tutti anche se il suo messaggio è risultato spesso scomodo.  Don Pasquale sapeva raggiungere il cuore come pochi; era un vero prete di frontiera, pronto a raggiungere luoghi e persone che altri si rifiutavano di voler raggiungere. Era il prete dei poveri, perché sapeva vivere come loro e sapeva stare in mezzo a loro. Era il prete dei giovani, perché sapeva ascoltare, ma sopratutto sapeva condividere con i giovani lo sport, il modo di vivere la vita. Una partita di calcio, una corsa a Santa Maria al Monte: Don Pasquale c’era, c’è sempre stato. E con la sua continua presenza riusciva ad insegnare loro più di tutti gli altri, sostituendosi anche a genitori in difficoltà. Era un prete che sapeva raggiungere i semplici, sapendo come pochi, utilizzare le parole giuste, capaci di raggiungere e di toccare il cuore. Italiano, dialetto, opere liriche, canzoni, grazie alla sua passione per il canto, e tanto altro trovavano spazio nelle sue celebrazioni e nelle sue letture del Vangelo: un vero piacere per le orecchie, un vero ristoro per l’anima. Era il prete degli invisibili, ma proprio per questo era il prete più apprezzato da chi aveva occhi ed aveva voglia di ritrovare e di ascoltare un vero servo del signore. Le sue parole non erano parole, ma messaggi scolpiti nella roccia. Don Pasquale lascia sulla terra un’eredità che difficilmente potrà essere raccolta da un comune mortale. Era capace di riempire i nostri giorni come pochi, anche nella quotidianità con  le sue telefonate, i suoi messaggi, i suoi auguri. Ci mancherà e mancherà a tanti. E un’isola orfana di Don Pasquale sarà molto, molto più povera.

Il ricordo di Enrico Buono.

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