(Adnkronos) – Conte ha indicato dunque “la necessità e il dovere di immaginare una nuova etica del lavoro, dove non abbiano più asilo le parole sfruttamento, precarietà, diseguaglianza. Un’etica dove sviluppo e tutela dell’ambiente non siano opposti polarizzati, ma sinonimi di sinergia e affiatamento. In virtù di questo convincimento, il nostro compito oggi è quello di far procedere insieme lavoro e dignità. Un binomio, questo, che deve essere condotto al centro del nostro agire civico prima ancora che politico-economico”.
“Bertrand Russell, il grande filosofo matematico, sosteneva che l’uomo che si vergogna del proprio lavoro non può avere rispetto di se stesso – ha proseguito il premier -: io aggiungo che quando lo Stato e le Istituzioni pubbliche non hanno rispetto per il lavoro e le condizioni in cui si svolge, allora è lì che deve sopraggiungere la vergogna. Il nostro dovere è rispettare ogni donna e ogni uomo dando loro la dignità e gli strumenti idonei per realizzare, attraverso il lavoro, il sostegno attivo al benessere della comunità”.