Milano, 19 giu. (Adnkronos) – “Dal momento in cui l’Iss ha posto il problema di istituire una zona rossa a Nembro e Alzano al momento in cui il governo ha deciso di istituire la zona arancione in tutta la Lombardia è stato di cinque giorni. In quei giorni c’è stato un dibattito, un rimpallo di responsabilità fra governo e Regione. Per me hanno responsabilità entrambe, perché nessuno ha avuto il coraggio di prendere quella decisione”. Lo ha detto il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, a un evento organizzato dallo studio legale Bnc e trasmesso in streaming.
“Il governo si è infilato in un confronto con il Comitato tecnico scientifico, ha mandato l’esercito e si è ritrovato in mano dei numeri che indicavano che non sarebbe bastato chiudere Nembro e Alzano, perché il contagio era molto più esteso, e quindi bisogna pensare alla Lombardia. Ed è quello che ha fatto fra il 7 e l’8 marzo”, ha ricordato Gori.
La Regione Lombardia, “si è confrontata con il governo e il 7 marzo il governatore Fontana ci disse di aver parlato con i suoi costituzionalisti, che gli avevano detto che lui non aveva i poteri per fare la zona rossa. E quindi ha detto di dover aspettare il governo”, ha aggiunto. “I fatti hanno mostrato che i governatori dell’Emilia Romagna, del Lazio, della Calabria, della Campania hanno fatto le zone rosse senza la firma del governo. Sono portato a dire che quello era un modo che la Lombardia ha usato per sflilarsi dalla responsabilità di decidere , anche se non dubito che gli esperti di diritto costituzionale abbiano detto a Fontana quello che ci ha riferito. Col senno di poi credo che la Lombardia potesse istituire la zona rossa”.