DOMENICO SAVIO: “GIU’ LE MANI DAL FARO DI FORIO, NO ALLA PRIVATIZZAZIONE”

di Gennaro Savio
L’Agenzia del Demanio, sottoposta alla vigilanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha avviato un ampio programma di dismissione di beni pubblici tra cui la promozione di un bando di gara per la concessione massima di cinquant’anni della gestione dei fabbricati collegati a 11 Fari, tra cui quello di Punta Imperatore a Forio. Per tale progetto e bando di gara l’Agenzia del Demanio ha previsto concessioni per un massimo di cinquant’anni con possibilità di sub concessione delle attività e a conclusione delle stesse il possibile riconoscimento ai concessionari del diritto di prelazione per l’acquisto del bene al prezzo di mercato. I beni vengono concessi per essere destinati alla ricettività alberghiera di lusso e collegata ad attività culturali, artistiche e di valorizzazione del patrimonio archeologico e ambientale.

Il “Faro di Punta Imperatore” che si vuol privatizzare, attivo dal lontano 1884, è situato in un incantevole angolo di macchia mediterranea e con le aree circostanti può essere ritenuto uno scrigno di storia foriana, da conservare e salvaguardare nella sua integrità e di bene collettivo da destinare ad attività pubbliche sottraendolo al profitto e persino della possibile vendita ai privati.

Contro la privatizzazione del Faro di Punta Imperatore e per una sua gestione pubblica, è duramente intervenuto Domenico Savio, Consigliere comunale del PCIML che ha inviato un dettagliato esposto al Sindaco, al Presidente del Consiglio comunale e al Segretario generale del Comune di Forio e per conoscenza al Prefetto di Napoli in cui chiede la realizzazione di un Centro pubblico di Formazione ed Educazione Ambientale, di Studio degli Ecosistemi Terrestri e Marini da gestire in collaborazione con le Università di Napoli. E questo affinchè il nostro storico Faro, sito di eccezionale valenza storica, architettonica, naturalistica, ambientale e paesaggistica, venga sottratto allo sfruttamento privato e utilizzato come patrimonio collettivo che viene posto alla base dello sviluppo turistico, sociale ed economico complessivo dell’intero Comune ed anche dell’isola d’Ischia. Ritenuto – scrive tra l’altro Domenico Savio nella richiesta inviata ai rappresentanti istituzionali – che l’utilizzo pubblico della palazzina e delle aree circostanti il Faro di Punta Imperatore e la loro destinazione all’attività di un “Centro di Formazione ed Educazione Ambientale, di Studio degli Ecosistemi Terrestri e Marini e di Ricerca Scientifica nelle discipline oceanografiche e agrarie, in modo particolare per quanto attiene la fauna e la flora marina e la nautica” – con una gestione possibilmente convenzionata con l’Università degli Studi di Napoli Parthenope e la Facoltà di Agraria di Portici dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – possono rappresentare un’occasione preziosa per lo sviluppo culturale e scientifico del nostro paese e nello stesso tempo avere una costante e importante presenza di accademici e ricercatori in varie discipline universitarie scientifiche che favorirebbe l’attrattiva turistica e lo sviluppo economico e sociale del territorio comunale. Dunque, non lo sfruttamento privato di quel sito di eccezionale valenza storica, architettonica, ambientale e paesaggistica, ma utilizzandolo come patrimonio collettivo che viene posto alla base dello sviluppo turistico, sociale ed economico complessivo dell’intero Comune ed anche dell’isola d’Ischia;

Ritenuto anche che per tale progetto di utilizzo pubblico del bene demaniale, ad alta valenza naturalistica, attiguo al Faro di Punta Imperatore il Comune di Forio possa avvalersi delle risorse stanziate dalla Comunità Europea per il Programma Operativo Regionale (POR) 2014-2020 del Fondo Europeo Sviluppo Regionale (SESR);

Ritenuto pure che il suddetto “Centro di Formazione ed Educazione Ambientale, di Studio degli Ecosistemi Terrestri e Marini e di Ricerca Scientifica nelle discipline oceanografiche e agrarie, in modo particolare per quanto attiene la fauna e la flora marina e la nautica” potrebbe essere utile anche al lavoro di ricerca scientifica della “Stazione Zoologica Anton Dhorn” di Ischia ed entrare a far parte di diritto e con autorevolezza della Rete nazionale dell’offerta culturale e scientifica del nostro paese;

vista la Deliberazione Originale della Giunta Municipale di Forio n.299 del 6 settembre 1995 con la quale l’Amministrazione del tempo, a norma della legge 31dicembre 1993 n.579, chiedeva al Ministero competente il trasferimento al Comune di altri beni demaniali di Punta Imperatore per destinarli a “Centro di Educazione Ambientale, a Centro Studi Flora e Fauna e ad Osservatorio Meteo Marino”, impegna il Sindaco, l’Assessore competente e la Giunta municipale:

1. a chiedere all’Agenzia del Demanio, al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo di escludere il bene demaniale attiguo al Faro di Punta Imperatore – formato da una superficie complessiva di mq. 1567 tra fabbricati e terreni circostanti sottoposti al vincolo storico, artistico, paesaggistico ed idrogeologico, composto dalla palazzina di due piani, ognuno di circa 120 mq., dal piazzale antistante lo stabile, da due locali esterni al rustico e da un piccolo Faro di

emergenza, posto all’estremità sud/ovest del piazzale – dal progetto e bando di gara, denominato “Valore Paese – Dimore”, per la concessione di massimo cinquant’anni della gestione dei fabbricati collegati a 11 Fari, tra questi, appunto, quello di Punta Imperatore nel Comune di Forio e di concedere gratuitamente tale bene demaniale per cinquant’anni allo stesso Comune di Forio per poterlo destinare alla costituzione di un “Centro di Formazione ed Educazione Ambientale, di Studio degli Ecosistemi Terrestri e Marini e di Ricerca Scientifica nelle discipline oceanografiche e agrarie, in modo particolare per quanto attiene la fauna e la flora marina e la nautica” L’attività del Centro potrebbe essere gestita in convenzione con l’Università degli Studi di Napoli Parthenope e la Facoltà di Agraria di Portici dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Tale iniziativa può rappresentare un’occasione preziosa per lo sviluppo culturale e scientifico del nostro paese e nello stesso tempo avere un’importante e costante presenza sul territorio di accademici e ricercatori in varie discipline universitarie scientifiche che favorirebbe anche l’attrattiva turistica e stimolerebbe ulteriormente lo sviluppo economico e sociale del territorio comunale. Dunque, non lo sfruttamento privato di quel sito di eccezionale valenza storica, architettonica, naturalistica, ambientale e paesaggistica, ma utilizzandolo come patrimonio collettivo che viene posto alla base dello sviluppo turistico, sociale ed economico complessivo dell’intero Comune ed anche dell’isola d’Ischia;

2. a redigere un progetto tecnico-finanziario per la realizzazione del “Centro di Formazione ed Educazione Ambientale, di Studio degli Ecosistemi Terrestri e Marini e di Ricerca Scientifica nelle discipline oceanografiche e agrarie, in modo particolare per quanto attiene la fauna e la flora marina e la nautica” di cui al precedente punto 1. e per la sua realizzazione chiedere le necessarie risorse finanziarie alla Comunità Europea, attraverso il Programma Operativo Regionale (POR) 2014-2020 del Fondo Europeo Sviluppo Regionale”. Sin qui la richiesta di Domenico Savio. L’augurio è che almeno in questo caso prevalgano gli interessi collettivi rispetto alla sete di profitti privati da ottenere attraverso lo sfruttamento di un bene pubblico.

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