PROCIDA. GIAQUINTO: “IL REGNO DEL MARE E’ SEMPRE DI NESSUNO”

Torna a parlare l’ex assessore procidano Giuseppe Giaquinto e lo fa a proposito di mare. Giaquinto fotografa la situazione particolarmente difficile delle varie baie che circondano l’isola di Procida, definendo anche il Regno di Nettuno come una grande occasione mancata.

“Passano gli anni ma le scene che si presentano agli occhi sono sempre le stesse. Le nostre insenature invase da natanti piccoli e grandi che senza lasciare un soldo ci “ringraziano” con spazzatura, sversamenti, distruzione dei fondali, pericoli per i bagnanti.

Le foto inviate e postate ricalcano il solito copione, anche perché in questi anni nulla si è fatto per regolamentare un invasione che fa male al turismo stesso e all’ambiente.

Nella Corricella, nella Chiaia, nella Silurenza, nel Pozzo Vecchio e ovunque, il sabato e la domenica, una quantità esagerata di natanti, di ogni tipo e dimensione, stazionano praticamente con la prua di uno attaccata alla poppa di un altro. Il tutto senza alcuna contropartita per il nostro territorio ma che sversano rifiuti, inquinano con i loro motori, distruggono con le loro ancore. E’ la dimostrazione di quanto il Regno di Nettuno e l’area marina protetta rappresenti per Procida l’ennesima occasione mancata o valga soltanto per limitare o multare i pescatori e i diportisti procidani. L’amministrazione comunale deve riprendere con decisione il discorso dei campi boe per limitare l’afflusso, incassare soldi, preservare il sistema marino e proteggere l’ambiente circostante. Se il Regno di Nettuno è ancora ostaggio degli interessi localistici e della politica si proceda a regolamentare comunque l’afflusso e a controllare ogni abuso. Particolare attenzione la si chiede alle autorità preposte al controllo della sicurezza davanti alle spiagge isolane dove centinaia di natanti mettono a dura prova la salute del mare e la sicurezza e la pazienza dei bagnanti.

La verità è che non c’è una governance del turismo nella nostra isola e non si fanno scelte. Negli ultimi anni non abbiamo sentito una sola frase su turismo, sviluppo e sostenibilità. Solo qualche autoreferenza per qualche sbarco in più ma senza capire dove stiamo andando e soprattutto dove vogliamo andare per garantire all’isola un tipo di turismo sostenibile e virtuoso che affondi le radici su una Procida che non vuole svendersi ma allo stesso tempo chiede programmi di sviluppo seri di sostenibilità ambientale e turistica.

Il patrimonio che abbiamo ricevuto non deve servire solo ad accontentare qualche amico o a riempire il cassetto di qualche altro. Il patrimonio “nostro” serve a garantire maggiore benessere a tutta la comunità e soprattutto a permettere alle generazioni future di amministrare meglio di quanto siamo stati capaci noi tutti le ricchezze che abbiamo avuto in dono senza svenderle o distruggerle”.

 

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