RICOSTRUZIONE, OH YEAH!!! DI LUCIANO CASTALDI

 

Vorrei spendere qualche parola a favore dei giornali. Non tutto è da buttare. Non tutta è carta igienica. Non tutta è “fanghiglia scristiana”. C’è anche del buono, a saper cercare. Solo che c’è bisogno di tanta pazienza. Di santa pazienza.

Tra le cose che attirano sempre la mia attenzione ci sono le lettere dei lettori al direttore. Quelle, spesso, sono la parte più interessante.

Su “Il Giornale” di ieri mercoledì 30 agosto, il signor Fabio Sicari da Bergamo scrive: “Il terremoto di Ischia rigetta tutti noi nell’angoscia di vivere in case che crollano troppo facilmente”.

Alt. Qui m’maggià subito ferma’!

Avete letto bene? Il Signor Sicari che abita a Bergamo prova, esattamente come noi, l’angoscia “di vivere in case che crollano troppo facilmente”. Notevole, vero?

Continua il lettore de “Il Giornale”: “L’abusivismo è una pesante concausa nella conta dei morti”.

Alt. Fermiamoci un’altra volta.

Il signor Sicari che legge e scrive a il Giornale e abita a Bergamo considera l’abusivismo non la causa delle morti e dei crolli e dei terremoti, ma (giustamente) una “pesante concausa”. Notevole anche questa sua considerazione.

“Oggi esiste – afferma il sig. Sicari- una misura prevista dalla nuova legge di Bilancio per consentire l’adeguamento antisismico delle abitazioni: è il Sisma Bonus 2017. Con l’introduzione del Sisma Bonus, privati, famiglie e imprese possono usufruire del 50% di tutte le spese sostenute fino a un massimo di 96 mila euro, in cinque anni. La soglia può essere innalzata fino al 70 e all’80% se l’adeguamento dell’abitazione comporta il passaggio, rispettivamente, a una classe inferiore di rischio o a due. Il problema – scrive il signor Sicari- è che milioni di italiani vivono come rileva l’Istat, in gravi condizioni economiche e per costoro è impossibile sborsare soldi che non ci sono. Evidentemente il Sisma Bonus 2017 ha bisogno di essere equiparato alle concrete condizioni di vita degli italiani”.

Penso che il lettore de Il Giornale abbia colto un aspetto fondamentale della questione. E noi ischitani, alle prese con la stagionalità, la sempre più debole precarietà del lavoro e il costo della vita superiore a quello del resto d’Italia (avete presente quanto costa un sacchetto di cemento, uno solo?), ne sappiamo qualcosa…

A tal riguardo si conferma l’errore, clamoroso e pacchiano, dei nostri sindaci di aver voluto far credere (e il governo questo voleva per non sborsare i quattrini) che il terremoto fosse una questione tutta casamicciolese. A parte il fatto che i comuni coinvolti sono tre, oltre a quello termale, ci sono infatti Forio e Lacco Ameno, ma credo che tutta l’isola debba convincersi della necessità di affrontare questi problemi unitariamente. Del resto il crollo di presenze e prenotazioni turistiche dal 21 agosto in poi ha colpito, indistintamente, tutta l’isola d’Ischia. Così come tutta l’isola ha necessità di adeguare, sanare, mettere in sicurezza il proprio patrimonio immobiliare, sia pubblico che privato. E in un contesto così economicamente difficile, invece di minimizzare e fare la corsa alla “normalità”, forse era meglio dare un altro tipo di messaggio. Bene ha fatto, invece, la Regione Campania a chiedere agevolazioni fiscali anche per le imprese che indirettamente sono state colpite dal terremoto.

TROPPE TASSE

Sempre su “Il Giornale” (24 agosto 2017), è apparso, quasi come una visione mistica in un mare di fango e di luoghi comuni, un bel pezzo a firma dell’ottimo professor Francesco Forte. Merita qui di essere riportato seppure in estrema sintesi.

Scrive dunque il prof. Forte: “Il crollo di alcuni vetusti edifici, nel centro di Casamicciola, sfaldati in conseguenza di un terremoto di magnitudo modesta (ndr il professore non è un sismologo e neppure un vulcanologo e neppure un ischianologo…), dovrebbe far capire che gli immobili non sono solo un oggetto da oberare di tasse da parte dello stato e dell’ente locale.

(…)

“Gli immobili non sono, come viene sostenuto da tali esperti e in genere dalla nostra sinistra avversa alla piccola proprietà immobiliare, una ricchezza statica, che dà automaticamente una comoda “rendita” in denaro o in natura, senza bisogno di assidue spese di manutenzione, ristrutturazione, adeguamento. Gli immobili vecchi e i nuovi, che a loro volta invecchieranno, sono, specialmente, nei comuni dotati di valori storici, ambientali e artistici come quelli di Ischia, patrimoni che esigono continue cure da parte dei loro proprietari e della comunità, anche perché –come spesso si dice con una facile retorica – essi sono “il nostro petrolio”, in quanto attirano un flusso rilevante di turismo, nazionale e internazionale. Quando la proprietà immobiliare è oberata di imposte patrimoniali, sul reddito e sui trasferimenti, che la rendono poco redditizia, chi la possiede fa fatica a valorizzarla, a metterla a norma, ancorché stimolato da crediti di imposta decennali, che sono come un’asprina per chi ha la bronchite”.

Fermiamoci un’altra volta. Il professor Forte, rammenta a tutti e specialmente ai soloni del mondo politico e della carta stampata che il nostro petrolio si chiama turismo. Ed è grazie al turismo che l’abusiva Ischia assicura un flusso di denaro (fatto di tasse, acquisti, movimenti di soldi in banca) tra i primi in Italia!

(…)

“L’abusivismo edilizio – continua Forte- non dipende, come spesso si vuol far credere, soprattutto dall’azione illegale dei singoli, che costruiscono dove come non si dovrebbe. Gli edifici abusivi, per essere abitabili hanno bisogno di fruire dell’allaccio alla rete elettrica, all’acqua potabile e alla fognatura, servizi che dipendono dal comune o sono di società pubbliche e para pubbliche, la cui concessione –in base alle norme vigenti- non è subordinata al rilascio, da parte del municipio, del certificato di abitabilità. I comuni e lo stato, d’altra parte, ricavano dagli edifici abusivi, un importante introito fiscale, in quanto soggetti ad IMU, TASI, imposta sui rifiuti, IRPEF e relative addizionali. Ci sono sentenze della Corte di Cassazione del 2005 e del 2010 che lo stabiliscono. Sicché oltreché ottenere voti, le amministrazioni comunali che tollerano le costruzioni abusive o non a norma, ne ricavano anche un gettito. Il 25 agosto 2016 l’allora premier Matteo Renzi ha lanciato il progetto “casa Italia”, un piano per metter in sicurezza l’edilizia di tutta la nazione, di cui dopo un anno non si sa nulla. In attesa, sarebbe meglio abbassare le tasse sugli immobili, che come si è visto a Casamicciola, non sono una ricchezza statica, che dà una rendita automatica, senza l’apporto di nuovo cospicuo risparmio”.

IL COMMISSARIO.

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