DIES DOMINICA – 1a domenica di Avvento (anno A).

ATTENDERE CON GIOIA LA PARUSIA – Con l’Avvento (dal latino ‘adventus’=venuta, in greco ‘parusìa’) la Chiesa incomincia il nuovo anno liturgico, l’anno costituito dalla memoria della vita, della morte e della risurrezione del Signore Gesù Cristo di Maria, vero Dio e vero Uomo. La venuta di Cristo nel prossimo Natale è ‘memoria’ della sua venuta nell’Incarnazione, poi ‘presenza’ nel Sacramento della celebrazione, infine ‘attesa’ della sua seconda venuta. Cristo è presentato in Apocalisse 1,8 come “Colui che è, che era e che viene”. Da qui l’invocazione della Chiesa: Maranatha! (=Vieni, Signore Gesù). La Chiesa prega sempre: “Venga il tuo Regno”, mentre nella S. Messa vive nell’attesa della beata speranza che venga il Signore nostro Gesù Cristo”. L’Avvento ha la durata di circa quattro settimane. Esso gravita sul Natale di Gesù, ne è la preparazione spirituale. Il tempo di Avvento ci rende attenti, vigili, per non lasciar passare invano la presenza di Cristo, che bussa alla nostra porta, che ci invita al suo banchetto e pertanto avvertiamo più acuta l’instabilità della nostra esistenza, il nostro essere pellegrini in viaggio verso la morte e la Patria dell’immortalità nell’Eterno e, quindi, la necessità di non attardarci in cose che comunque si perdono con la morte. La gloriosa venuta (Parusìa) del nostro Redentore Gesù Cristo, che è Dio (colletta), invita il credente fedele, cattolico coerente, ad abbandonare effimeri calcoli sul domani e ad essere “pronti, perché nell’ora che non immaginate, il Figlio dell’uomo verrà”(Matteo 24, 37-44), affinché il Signore non ci sorprenda impreparati, ma con le lampade accese e con nel cuore il desiderio ardente di incontrarlo. Vigilanti come Noè, che “entrò nell’Arca “(Maria è l’Arca Nuova dell’Alleanza, Ella è la Figlia di Sion), mentre gli altri gozzovigliavano nei piaceri e “non si accorsero di nulla, finché venne il diluvio che li inghiottì”. Il credente fedele, consapevole della propria fragilità,“andrà con gioia incontro al Signore”(Salmo 121). Perciò egli anela alla sua Venuta, alla Pace che solo Lui può dare con la Civiltà dell’Amore,” quando un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra” (Isaia 2,1-5). Che bella e affascinante questa Terra Nuova! Pertanto,”sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo Giudice e Salvatore, gettando via le opere delle tenebre e indossando le Armi della luce “(S.Paolo ai Romani 13,11-14), luce illuminata solo dalla irrinunciabile ed immutabile Roccia di Pietro, custode fedele del Magistero di Cristo. “Da Sion uscirà la legge”, che annienterà per sempre la congiura contro il Vangelo della vita, del Bambino nascente. Ancora S.Paolo: “La notte è avanzata, il giorno è vicino”. Abbiamo già citato Papa Benedetto XVI nell’omelia del 13 maggio 2010 a Fatima, segnaliamo ancora Padre Stefano Gobbi nel vol. “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna”(con imprimatur della Chiesa Cattolica) il Messaggio della Vergine SS. a pag.1014 al Fondatore ispirato da Fatima del Movimento Sacerdotale Mariano: “Ti confermo che per il grande giubileo del duemila avverrà il trionfo del mio Cuore Immacolato, che vi ho predetto a Fatima ed esso si realizzerà con il ritorno di Gesù nella gloria, per instaurare il suo Regno nel mondo. Così potrete finalmente vedere coi vostri occhi i cieli nuovi e la nuova terra”. Venga, Signore Gesù, il tuo Regno per Maria! PB

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