SALERNITANA-ISCHIA. MENICHINI:” DOVEVAMO CHIUDERLA COL RIGORE… ERA DI CALIL”

Rilassato e sorridente, ma “solo perché da poco uscito dalla doccia”. Un Leonardo Menichini in vena di scherzi e decisamente rinfrancato dai tre punti conquistati dalla Salernitana contro l’Ischia commenta il ritorno alla vittoria dei suoi, partendo proprio dalle voci che lo volevano in discussione in caso di mancato successo: “Quando si fa il mestiere di allenatore si passa dall’essere bravi ad incapaci nello spazio d’un attimo. Fa tutto parte del gioco, mi hanno fatto piacere le dichiarazioni di Lotito che pubblicamente ha ribadito fiducia nel mio operato. Oggi poteva finire in goleada, non siamo stati bravi a chiudere, abbiamo avuto il rigore che abbiamo sbagliato, poi quando subisci il rigore sai che si rischia. Potevamo fare meglio nella fase difensiva, poi potevamo andare in apprensione ma non abbiamo rischiato mai anzi abbiamo avuto palle gol per 3-1. Il rigore poteva chiudere la partita e poi sul 3-0 potevamo farne altri, la squadra ha lottato, giocato, fatto una buona partita Abbiamo fatto cinquantuno punti, tanta roba per le peripezie che vissute nel corso dell’anno. Oggi abbiamo disputato un’ottima partita, dovevamo chiuderla con il rigore. Nell’occasione doveva tirare Calil, ha sbagliato perché sa d’essere il rigorista e doveva prendere la palla. Favasuli aveva fatto l’assist ed aveva guadagnato il penalty, Calil aveva piacere che il compagno facesse gol. Non possiamo abbassare la guardia, l’ho detto a Caetano. E’ lui il rigorista designato, avevo mandato anche Moro a dirglielo. Mi dispiace per Ciccio Favasuli che avrebbe meritato il gol, ma l’importante è che la squadra si sia espressa bene e non abbia concesso praticamente nulla all’Ischia. Meglio nella ripresa? A volte stentiamo a carburare, usciamo alla distanza riuscendo a sfruttare il calo degli avversari. Gente come Nalini ha gamba e nell’uno contro uno riesce a sfondare meglio quando gli altri calano. Andrea è versatile e può giocare anche interno, Moro è uscito con i crampi e non avevo molte alternative a centrocampo. Tagliavacche è giovane e deve ambientarsi. Questa squadra non molla, lotta e combatte. Il rigore poteva metterci psicologicamente in difficoltà, ma fortunatamente così non è stato”. La chiosa finale sulla prestazione di Negro e sull’imminente arrivo del romeno Cristea: “Se lo conosco? Io alleno i giocatori che la società mi mette a disposizione. Me ne hanno parlato ma non so se è chiusa. Negro ha fatto un’ottima partita, cerco di portare tutti al meglio della condizione. Oggi non l’ho scelto per le pressioni della piazza, devo preservare gli equilibri, non gli umori dei tifosi. Negro è stato fuori per infortunio, è un giocatore che può giocare dal 1′ o subentrare, può fare tutto perché ha qualità e sono contento sia rimasto, ultimamente ha avuto un incidente grave, stavo cercano di dargli minutaggio, quando c’è il mercato aperto capitano sirene di altre squadre, aveva chiesto qualcosa ma sono contento sia rimasto. Può giocare dall’inizio o subentrare è indifferente. La volta scorsa ho preferito altre soluzioni, oggi si è mosso bene, ha attaccato lo spazio, ha avuto un paio di palle importanti, ha dato profondità e movimento, sono contento della sua prestazione. Poi ha cominciato a faticare e ho pensato a un compagno fresco che potesse dare sprint o accelerazione che ci avrebbe dato qualcosa in più”.

Si continua con la difesa a quattro con tre centrocampisti a supporto degli attaccanti: “Ho messo alla fine Mendicino perché a volte secondo gli istinti e quelli che vedi, a chiudersi magari si può rischiare anche una pressione superiore, riuscire a tenerli lontani dalla nostra porta è meglio. C’è del vero sotto il profilo che a volte eravamo lunghi e non compatti e solidi come altre volte, però da questo a dire che può esserci condizionamento assolutamente no. Io cerco sempre il meglio per la squadra, sono disposto e pronto a fare tutti i moduli se la squadra dimostra di saper tenere il campo, oggi in certe circostanze ci siamo allungati un po’ ma abbiamo creato molto, sempre difficile capire i nostri meriti e i demeriti loro, tutto sommato abbiamo fatto una buona gara. Avevamo distanze un po’ troppo lunghe, il centrocampo doveva salire di più e l’attacco doveva essere più vicino al centrocampo in fase di non possesso. La maglia della Salernitana pesa perché a Salerno ci vuole personalità, oltre a vincere si deve fare prestazione, a volte questo porta ansia ai miei ragazzi, io dico sempre di esprimersi e divertirsi, a volte questa voglia di fare ci porta a sbagliare sia come distanze che come passaggi“.

da solosalerno.it

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