Abusivismo. Cambia la tendenza, 5 su 1 scelgono l’autodemolizione

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Ischia – Lo scorso 30 Ottobre dopo cinque mesi di stasi sono tornate le ruspe sull’isola d’Ischia. La prima opera di abbattimento, su disposizione della Procura della Repubblica di Napoli, ha riguardato un immobile abusivo allo stato grezzo realizzato in localita’ Fiaiano, immobile che si trovava in una zona collinare, in localita’ ‘Montagnone’ nel comune di Barano d’Ischia. L’abbattimento, in questo caso è stato eseguito per una sentenza passata in giudicato da una ditta nominata dalla Procura della Repubblica e quindi in danno dei proprietari che si sono rifiutati di procedere autonomamente. A seguire, secondo il cronoprogramma della Procura, doveva toccare ad altri due immobili, anche in questo caso, immobili allo stato grezzo, non abitati. Ad inviare le ruspe è stato l’ufficio ambiente della Procura della Repubblica di Napoli per l’esecuzione di sentenze penali passate in giudicato. Prima di queste demolizioni sull’isola l’ultimo abbattimento eseguito era avvenuto a Casamicciola, in località Mortito, lo scorso mese di Maggio, con la demolizione del primo piano di un immobile da parte del proprietario che era riuscito ad evitare l’intervento delle ruspe per oltre un anno a causa delle sue condizioni di salute. Da alcuni giorni sono in corso due autodemolizioni sull’isola, la prima, di una certa importanza, a Forio, in particolare in località Panza. I proprietari dell’immobile, una struttura allo stato grezzo di circa 150 metri quadrati hanno deciso di autodemolire e non attendere le ruspe di Stato. Analogo discorso sta accadendo a Barano, i proprietari di una ‘villetta’ quasi terminata ma ancora non abitata, hanno deciso di procedere con l’autodemolizione e non attendere l’arrivo della ditta incaricata dalla Procura, scortata dalla Polizia di Stato. Quindi sull’isola si sta affermando una tendenza da parte dei destinatari delle procedure esecutive della Procura a procedere – quando tutto è perduto ed ogni ricorso perso – con ditte private con l’autodemolizione e quindi a risparmiare le somme della demolizione in danno, ben più onerosa e penalizzante. Secondo i dati in nostro possesso ed una statistica che abbiamo realizzato 5 proprietari su 1 optano per l’autodemolizione, solo uno decide di affrontare le ruspe di Stato e affrontare le ulteriori spese per la demolizone in danno ed eventualmente mettere a rischio la proprietà del terreno nel caso non vengano corrisposte all’ente comunale le spese anticipate per la demolizone ordinata dalla Procura. Sul fronte legislativo tutto sembra fermo e la proposta avanzata dal Sindaco di Procida, e fatta successivamente propria dai Sindaci dell’isola d’Ischia, ovvero di estendere gli effetti dell’indulto – e di alcune necessarie modifiche al codice penale – non sembra aver sortito eclatanti novità. Proprio il sindaco di Procida, Capezzuto, si è fatto promotore nelle scorse settimane di un incontro con i sei sindaci dell’isola d’Ischia (Giuseppe Ferrandino, Paolino Buono, Rosario Caruso, Francesco Del Deo, Carmine Monti ed il commissario prefettizio di Casamicciola Maria Rosaria Gamerra) nella quale ha proposto un incontro e la successiva stesura di un documento congiunto per sostenere la battaglia portata avanti dai comitati anti ruspe della Campania, che in un documento avevano scritto al capo dello Stato Giorgio Napolitano chiedendo – in caso di indulto o amnistia – che nel provvedimento di clemenza rientrino anche coloro che si sono macchiati del reato di abusivismo edilizio.”Spero – scrisse il Sindaco in una nota alla stampa – che l’iniziativa non sara’ oggetto di facili strumentalizzazioni specialmente da parte di chi il problema non lo conosce a fondo o magari non lo conosce affatto, bisogna capire che non si intende difendere gli interessi delle grosse speculazioni edilizie realizzate in qualche parte della terraferma ed anche in maniera discutibile, ma soltanto chi, sia pure violando le leggi, ha investito i risparmi di una vita per dare una casa ai propri figli, diritto peraltro sancito dalla Costituzione. Mi pare che – concluse Capezzuto – un indulto o un’amnistia, provvedimenti attualmente al vaglio, finirebbero per dare il colpo di spugna a reati ben piu’ gravi”. Intanto la tendenza che si sta determinando sull’isola, quella delle autodemolizioni, fa cadere anche quelle che erano state le preoccupazioni espresse all’Ansa proprio dal Sindaco Capezzuto che nei giorni scorsi ebbe a dichiarare. ”Con le anticipazioni di cassa che facciamo perchè sia realizzata una demolizione da parte delle Procure rischiamo un buco nei nostri bilanci comunali e tra qualche tempo non riusciremo più a pagare gli stipendi ai nostri dipendenti’. ”Le Procure fanno il loro dovere – proseguì Capezzuto – ma noi sindaci dobbiamo interfacciarci col potere legislativo visto che i nostri parlamentari non rappresentano le esigenze del territorio e dobbiamo trovare una soluzione perche’ il sistema adottato (richiesta del finanziamento alla Cassa Depositi e Prestiti con rivalsa sul proprietario dell’immobile che ha subito la demolizione, ndr) non funziona e rischia di provocare un buco di bilancio”. ”Dobbiamo vedere – concluse Capezzuto – che soluzione trovare per ricollegarci in qualche modo all’indulto che il Parlamento pare intenzionato a varare trovando la soluzione definitiva al problema”.

Vincenzo Mennella

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