Una ferita nel cuore dell’isola: il degrado del Pio Monte della Misericordia colpisce come uno schiaffo il turista che percorre il bel lungomare di Casamicciola e che sicuramente si chiede cosa ci faccia questo mega-rudere fatiscente in una località ridente, in un posto di vacanza, dove tutto dovrebbe essere perfetto.
O quasi.
Ma davanti a questo gigante che si sgretola di anno in anno sempre di più, siamo molto lontani finanche dall’idea minima di decoro urbano e di estetica architettonica di un paese civile.
Un pugno nell’occhio a cui, persino noi che sull’isola ci abitiamo, non ci siamo mai abituati, rassegnati forse, questo si.
Perché sono tonnellate di anni che si parla di recupero e di interventi, occasioni perse o mai neanche nate che pesano come le macerie del Pio Monte sulla storia urbanistica di Casamicciola e non solo.
Senza entrare nel merito della tortuosa vicenda del complesso e della sua ex storia gloriosa, il Pio Monte come tutte le aree fatiscenti del mondo è diventato una forza centrifuga di ulteriore degrado.
Alle macerie degli edifici antichi si aggiungono i cumuli di nuove macerie, portate qui chissà da dove.
Approfittando del potere mimetico di questa enorme rovina, chi deve disfarsi di materiale edilizio o di rifiuti pesanti getta tutto ai piedi delle mura che cadono.
Fino a qualche giorno fa c’erano cumuli e cumuli di immondizia, sono stati rimossi, ma torneranno, come sono sempre tornati per la legge dell’incuria che è sempre un fattore esponenziale.
Persino i contenitori di raccolta dei vestiti usati che dovrebbero rappresentare un gesto ecologico, un gesto anche sociale- perchè questi abiti vanno a persone povere- persino questi contenitori sono in uno stato immondo.
Vestiti, scarpe, coperte buttate per terra, a mucchi come vecchi stracci, sporchi e inutilizzabili.
Uno spettacolo che si offre a chi varca il viale principale del Pio Monte quello per intenderci di fronte al lungomare.
La ferita del Pio Monte si allarga…