La deputata di Forza Italia Michela Vittoria Brambilla ha fatto approdare il tema in parlamento per “promuoverlo” ad animale domestico. Ma anche la gallina avrebbe potuto sperare se…
Il “coniglio alla cacciatora”, piatto tipico dell’Isola d’Ischia, pietanza che da anni la domenica quasi immancabilmente fa la sua “buona” presenza a tavola sull’isola verde, rischia di diventare un piatto o meglio un fatto del passato. Una tradizione che dovrà per forza di cose, o meglio di legge, scomparire. E’ infatti possibile che in futuro il coniglio non possa più far parte del menu italiano. Il motivo? Una proposta di legge depositata in Parlamento e l’immediata campagna di sostegno organizzata dalle associazioni animaliste. Il primo colpo al nostro piatto lo ha dato la deputata di Forza Italia Michela Vittoria Brambilla che ha fatto approdare il tema nelle aule romane. LAV e Animal Equality sembra che non aspettassero altro e subito hanno iniziato a raccogliere le firme con l’obiettivo di equiparare la tutela giuridica dei conigli a quella prevista per cani e gatti, facendoli cioè figurare come animali domestici. In questi giorni, per la precisione il 5 e il 6 dicembre, sono stati allestiti i banchetti della Lav per la raccolta firme. Particolarmente sensibile alla questione l’Emilia e la Lombardia. Ma la raccolta firme si sta allargando a macchia d’olio. La petizione nasce appunto per chiedere a Governo e istituzioni il riconoscimento del coniglio come animale familiare. Dopo il cane e il gatto, il coniglio è l’animale più diffuso nelle case degli italiani.
E’ partito il processo messo in atto dalla Brambilla. Se si completerà il percorso secondo l’obiettivo dell’onorevole vicina a Berlusconi, saremo costretti a dire addio al coniglio alla cacciatore, addio al piatto tipico ischitano.
Ma una gallina avrebbe mai potuto chiedere tanto? Non fosse morto prematuramente il grande Gigi Meroni, talento calcistico del Torino degli anni ’60, probabilmente anche la gallina avrebbe avuto qualche chance di salvarsi dai fornelli degli italiani. Infatti il fantasista, idolo indiscusso del tempo, amava portare a spasso al guinzaglio proprio una gallina. E se non fosse morto a 24 anni, visto il suo talento e il grandissimo appeal che aveva, sicuramente questo suo vezzo sarebbe potuto diventato moda. Ed oggi al posto del coniglio avremmo potuto trovare la gallina. Gigì Meroni morì investito nel centro di Torino il 15 ottobre del 1967. Attilio Romero (allora 19enne e fresco patentato) che abitava a soli 13 numeri civici di distanza dalla abitazione di Meroni, lo investi. Scherzo del destino Romero nel giugno 2000 divenne presidente del Torino. Nel 1967 è cambiata probabilmente la storia sia del calcio che della gallina e forse del coniglio!!!
di Enrico Buono