Roma, 23 mag. (Adnkronos) – “Sono tragedie, ferite dure da rimarginare per l’eccezionalità, la tipologia del mezzo di trasporto e le dinamiche. Siamo vicini ai familiari delle vittime, a tutta la comunità che ospita la funivia ed all’Amministrazione. Noi purtroppo ne abbiamo subite due, seppur con dinamiche diverse”. Lo dice all’Adnkronos Sergio Finato, sindaco del comune di Cavalese (Trento) commentando il disastro della funivia del Mottarone ed aggiunge: “Negli anni sono state metabolizzate. Ma vorrei sottolineare l’importanza del fare memoria come antidoto ed affinché disastri come questi non si ripetano”.
Tre le parole chiave per ripartire: “Memoria, sicurezza, fiducia, cardini del rilancio. Oltre alle celebrazioni nelle ricorrenze dei due disastri del Cermis – racconta il sindaco – condividiamo la memoria con la Fondazione di Stava (dove nella omonima valle morirono 268 persone nel crollo di discariche di miniera nella valle – ndr) che racchiude le comunità del Vajont e noi per il Cermis”.
Due le tragedie che si sono consumate a Cavalese: il disastro del 1976 quando la fune portante dell’impianto della funivia cedette e la cabina cadde sul fianco della montagna dopo un volo di circa 200 metri provocando la morte di 40 persone; e la più recente tragedia del 3 febbraio 1998 quando un aereo dei marines Usa dalla base di Aviano durante un volo tranciò un cavo della funivia, provocando la morte di 20 persone “molte delle quali – ricorda il sindaco – come nel Mottarone furono turisti europei. Fu infatti come adesso una tragedia europea oltre che italiana”.