Roma, 25 mag. (Adnkronos) – Ancora scontro al Senato sul ddl Zan. Il casus belli oggi è stata la calendarizzazione di 170 audizioni da parte del presidente della commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari. Un numero giudicato abnorme dai sostenitori della legge. “È evidente che il presidente ha come unica finalità quella di affossare la legge”, commenta il dem Franco Mirabelli a caldo e propone una riunione dei presidente di tutti i gruppi “favorevoli alla legge Zan per valutare come portare in aula al più presto il ddl”. E non solo. “Prima o poi bisognerà porre il problema di come il presidente conduce la commissione, in capigruppo è un tema da affrontare”, dice all’Adnkronos.
“La commissione viene utilizzata per mettere i bastoni tra le ruote e impedire l’approvazione della legge. Va quindi trovata una strada diversa”, aggiunge Mirabelli. E dunque saltare l’iter in Giustizia, andare direttamente all’esame dell’aula senza relatore. E’ una possibilità consentita dal regolamento. Si è fatto in altre occasioni, ad esempio con le unioni civili. Per farlo serve un voto a maggioranza in commissione. M5S e Leu sono con il Pd.
“Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. A questo punto andremo in aula”, dice Alessandra Maiorino dei 5 Stelle all’Adnkronos. La presidente Loredana De Petris è netta: “Noi siamo per portare il ddl in aula con procedura d’urgenza” e si stano già raccogliendo le firme per arrivare l’art. 77. “Grasso ha già firmato”, dice De Petris all’Adnkronos.