Roma, 3 set. (Adnkronos) – “Diana una martire nel film di Pablo Larraìn’ Non ne posso più di queste rappresentazioni stucchevoli, non è la prima volta che accade. Lady D. era notoriamente una donna che dal momento che ha scoperto di essere stata tradita ha deciso che avrebbe dato la lezione della vita all’uomo che l’aveva resa infelice, e da quel momento ha deciso di prendersi tutti gli uomini che voleva. Di solito non è quello che fanno le sante”. Non la manda a dire Antonio Caprarica, che da grande esperto della figura di Diana Spencer, commenta il ritratto della principessa del film del cileno Pablo Larraìn, ‘Spencer’, presentato oggi alla Mostra di Venezia.
“A parte la considerazione che non capisco perché ogni volta che fanno un film su Diana devono prendere un’attrice che sta a Diana come io sto a Richard Gere -affonda il giornalista, storico corrispondente della Rai a Londra, che commenta così la scelta di Kristen Stewart nel ruolo di Diana- Per capirla bisognerebbe avere un’idea del magnetismo animale della sua irradiazione fascinosa. Era una delle donne più affascinanti che il mondo abbia mai conosciuto”.
Il film tratteggia “una principessa che ha deciso di non diventare regina, ma ha scelto di costruirsi da sola la propria identità, un’icona, una madre”, ha spiegato il regista Larraìn nel presentare il film, nel quale, in un gioco di apparizioni oniriche, la paragona ad Anna Bolena. “Ma per carità -scandisce Caprarica- era una donna libera. Non era né una santa né una peccatrice, ma nella media degli esseri umani. Era una donna che ha diritto a tutta la nostra comprensione per essere stata maltrattata, ma era anche una donna che ha commesso i suoi errori e i suoi peccati, ed è morta purtroppo proprio quando stava maturando”.