(Adnkronos) – Per il giornalista, la principessa Diana “era una donna che avvertiva ormai in modo irrequieto la limitazione della sua esistenza, sentiva che aveva dei limiti che non tollerava più e la percepiva alquanto vuota, mentre lei invece capiva che poteva diventare molto utile. Era una donna poco istruita ma molto, molto intelligente”.
“Il passaggio dalla beneficenza in stile reale a una effettiva opera di filantropia era il quesito che lei si stava ponendo negli ultimi mesi di vita. Quindi da questo punto di vista chapeau -analizza Caprarica, che nel 2017 ha scritto un libro interamente dedicato a Diana, ‘L’ultima estate di Diana’- Però per piacere la smettano di presentarcela con questo insipido e francamente noioso processo di beatificazione, come anche è avvenuto, per dirne un’altra, con la serie ‘The Crown’. Farebbero cosa utile alla conoscenza storica di un personaggio che è stato sicuramente un importante personaggio storico del secondo Novecento inglese”.