Roma, 26 mag. (Adnkronos) – Con una decisione destinata a suscitare reazioni e polemiche la Cassazione, nell’ambito di un processo penale per diffamazione e in mancanza di una precisa normativa di legge, ha confermato il sequestro preventivo delle pagine del sito internet della nota trasmissione Mediaset ‘Le Iene’ in cui erano rimasti presenti i servizi giornalistici radio-televisivi andati in onda il 9 e il 23 giugno 2020 e poi ripresi online, riguardanti il virologo, immunologo, accademico e divulgatore scientifico professor Renato Burioni. Lo rivela in una nota Pierluigi Franz, Presidente Sindacato Cronisti Romani. La Suprema Corte ha dato il via libera in quanto non si tratta “di una testata giornalistica e non ha un direttore responsabile”.
“La novità della pronuncia della Suprema Corte -spiega Franz- consiste nel fatto che ha operato un preciso distinguo fra le testate giornalistiche radiotelevisive con un direttore responsabile e le trasmissioni radiotelevisive di rete con un delegato al loro controllo: solo le prime – per effetto di una nota sentenza emessa sei anni fa dalle sezioni unite penali della Cassazione (la n. 31022 del 29 gennaio 2015) – non possono essere sequestrate per l’equiparazione tra testate tradizionali e web, mentre le seconde, invece, non beneficiano della stessa esenzione alla sequestrabilità delle pubblicazioni a stampa, né conta nulla la presenza di un ‘delegato’ al controllo sulle trasmissioni che non può essere assolutamente equiparato ad un direttore responsabile”.
Ma “quello che fa più discutere della sentenza della 5a sezione penale della Cassazione n. 20645 del 24 maggio 2021 (Presidente Gerardo Sabeone, relatore Alessandrina Tudino) è certamente il fatto che “ìin base al principio di proporzionalità possono essere di fatto così sequestrate non solo le frasi diffamatorie, ma anche quelle parti del servizio, che pur ricostruivano, senza avere alcuna efficacia diffamatoria in sé, un contesto caratterizzato da una forte polemica in ambito scientifico”, prosegue il sindacalista.