Roma, 1 giu. -(Adnkronos) – Dopo il crollo nel periodo precedente, segnato dallo scoppio della pandemia, anche nei sei mesi fra ottobre 2020 e marzo 2021 le piccole e medie imprese dell’area dell’euro hanno registrato un ulteriore peggioramento del fatturato e degli utili, andamento che riflette la debolezza dell’attività economica. Lo certifica un sondaggio della Bce che segnala come il calo abbia rallentato la caduta verticale, con un fatturato passato da -46% a -29% mentre gli utili sono passati da -47% a -35%.
Sulle prospettive pesa anche la ripresa dei prezzi delle materie prime che, osserva l’Eurotower, ha fatto crescere al 36% la quota di Pmi che segnalano un aumento del costo dei materiali e dell’energia. Fra i segnali positivi invece il balzo al 19% della quota di imprese che prevedono un aumento del fatturato nei prossimi sei mesi.
Il sondaggio rileva anche come il 21% delle Pmi dell’Eurozona segnalano difficoltà nel reclutare manodopera qualificata (21%) mentre le preoccupazioni sull’accesso ai finanziamenti restano basse (9%). Lieve calo della percentuale di aziende che segnalano un miglioramento della disponibilità di prestiti bancari, scesa al 3% (dal 6% precedente). Tuttavia le microimprese (quelle con meno di dieci addetti), per la prima volta dalla metà del 2015 hanno segnalato un calo della disponibilità di prestiti bancari (-2%) mentre per le grandi aziende la disponibilità di prestiti bancari è tornata ai livelli pre-COVID-19. Le Pmi intervistate dalla Bce hanno infine segnalato le aspettative di una ripresa economica nei prossimi mesi, anche se quelle più grandi sono maggiormente ottimiste (con il 45% di indicazioni positive) mentre la fiducia è espressa solo dal 12% delle micro Pmi.