CORONAVIRUS. ANNA LUCIA MIRAGLIUOLO: “LA NOSTRA ESPERIENZA IN FAMIGLIA CONTRO UN NEMICO INVISIBILE”

Il coronavirus visto con gli occhi ed il cuore della dottoressa Anna Lucia Miragliuolo: medico, ex assessore di Casamicciola, colpita da diversi anni dalla malattia invalidante la SLA, la dottoressa Miragliuolo da professionista, da essere umano, da madre, da credente ha scritto con la solità lucidità ed umanità la sua storia, che è la storia di tutti noi, partendo dall’appello al senso di responsabilità, all’invito a non abbassare la guardia, passando per il plauso all’avvocato Buono che ha manifestato pubblicamente il suo stato di positivo, fino a raccontare l’esperienza che stanno vivendo in famiglia, con una figlia risultata positiva al virus. “Non ci può essere privacy quando c’è pandemia”, scrive infatti la Miragliuolo che alla fine ringrazia quanti si stanno prodigando quotidianamente per fornteggiare questo “nemico invisibile”:

Oggi siamo inzio aprile e continuano a scorrere silenziose le numerose bare unendo il mondo in un dolore profondo. Tutto questo sembrava qualche cosa lontana da noi fino a quando sono iniziati i primi casi di infezione ad Ischia. Ricordando il caloroso appello di una donna coraggiosa che solo per i toni un po’ accesi era stata criticata, in cui invitava le persone provenienti dalle zone rosse a non sbarcare sull’isola, non sentendosi protetta dalle istituzioni. È bene ricordare che il governo aveva solo vietato le gite scolastiche, ma anche se le misure non erano ancora restrittive si evinceva che era meglio non spostarsi, tanto che i sindaci sentendosi sulla propria pelle la responsabilità, emanarono un’ordinanza che vietava di sbarcare sulla nostra isola per un breve periodo, ma l ordinanza è stata sottovalutata dal prefetto di Napoli, probabilmente in buona fede, non essendoci una direttiva esplicita da parte del governo. È giusto avere la memoria del pregresso, per imparare sugli errori fatti per non sbagliare sulla strategia, da utilizzare nei confronti di un epidemia all’ora diventata pandemia oggi. Cosa dobbiamo fare oggi per combattere contro questo virus che ha livellato il mondo facendoci sentire tutti sulla stessa barca a remare per cercare di non affondare. Non è complicato nè difficile ciò che ci viene chiesto per contrastare la diffusione del virus, di rimanere in casa un po’ duro, ma non quanto chi sta in prima linea rischiando la propria vita da medici e infermieri e tutti coloro che provvedono al nostro sostentamento e a quanto assicurano la nostra sicurezza, di stare a casa a mangiare a bere a fronte di chi non ha questa possibilità, impegnati a lavorare contro il tempo per salvare vite umane. Ma ciò che ci viene chiesto di più importante è di dimostrare il nostro senso di responsabilità perché è questo il momento giusto per essere d’ aiuto in questa lotta difficile contro un nemico invisibile, facendo emergere il nostro senso civico. Un esempio lampante di quale dovrebbe essere il nostro comportamento ci è stato dato da un noto professionista locale un avvocato, in una lettera informale ha comunicato a tutti della sua positività al covid 19, dimostrando un alto senso civico e un grande rispetto verso tutti, soprattutto verso coloro che sono venuti in contatto con lui, dando la possibilità di avere più attenzione verso qualche eventuale sintomi che le persone potrebbero avere legati a questa infezione. Non ci può essere privacy quando c’ è una pandemia e quando non si conosce bene ancora tutto ciò che c’è da sapere su questo virus terribile. Non bisogna sentirsi in colpa, non è colpa di nessuno se si viene contagiati, ma è certamente nostra responsabilità a collaborare in tutti i modi a nostra disposizione per riuscire ad emarginare il contagio. Anche la mia famiglia sta vivendo sulla propria pelle questa esperienza dolorosa e ancora di più visto che io sto in un letto malata di una brutta malattia invalidante la SLA e la nostra attenzione è stata molto alta quando mia figlia ha avuto dei sintomi lievi e strani da riferire ad una semplice influenza, subito isolata in camera sua, febbre a 38 per due giorni, tosse e mal di testa, e a tutto questo c’era un altro dato che ci ha fatto riflettere, che i suoi amici e mio nipote avevano avuto la febbre contemporaneamente e tutto ciò associato a dover proteggere me e mia madre di 85anni, ci ha indotto a richiedere il tampone e mai mi sarei aspettata che fosse positivo. Per grazia di Dio sta bene. È un mese ormai che mia figlia è chiusa nella sua camera e stiamo aspettando il risultato del secondo tampone fatto il 1 aprile, e in attesa ancora del terzo che doveva essere fatto dopo 24 o 48 ore, e in casa sono tutti con la mascherina e guanti. Ma è molto importante non abbassare la guardia perché è possibile che dopo un mese possa essere ancora positivo. Questo ci fa capire quanto sia subdolo e variabile il comportamento di questo virus, anche nella sua manifestazione sintomatologica da sintomi gravi, sintomi respiratori a sintomi lievi ad assenza di sintomi, questi ultimi, responsabili della velocità del contagio. Non si conosce bene ancora, se ci possono essere altre modalità di contagio oltre a ciò che la scienza ci dice, perché ci fosse un contagio tra due persone attraverso le goccioline di saliva il contatto deve essere di 15 minuti e anche per più volte, ma un altro dato ci è stato riferito dai nostri eccezionali colleghi cinesi, che a base dei loro studi, il virus si trattiene nell’ area per 3 ore. Dobbiamo tenere alta la nostra attenzione nel fronteggiare questa emergenza, abbiamo il dovere di proteggere noi stessi e i nostri familiari e soprattutto i nostri nonni perché sono loro la spina dorsale della nostra società e capire che il comportamento del singolo individuo ricade su tutta la sua società e per il rispetto per i nostri anziani, non posso accettare e quindi mi dissocio quando scorre il bollettino dei morti e si dice che “sono persone oltre 70anni con patologie pregresse” e come in qualche modo giustificassimo la morte, non dimostrando rispetto verso la vita e stiamo facendo decidere ad un virus la vita o la morte di una persona anziana. Bisogna lottare mettendo in essere tutte le strategie per difendere tutti noi stessi, rispettando tutte le disposizioni emanate dal governo. Ma in tutto questo buio una luce brilla per la grande solidarietà che emerge che mai avremmo immaginato, a dir poco commovente, come sempre avremmo voluto vedere. La grande Cina che fornisce aiuti alla nostra Italia, come Cuba,Ucraina, Albania che ha commosso il nostro cuore le parole del primo ministro Edi Rama “non siamo ricchi e neanche privi di memoria”, e non meno importante la Russia che fornisce aiuti all’America ed essa a fornire aiuti a noi. Per non parlare della mobilitazione tra medici e infermieri che con spirito di squadra e abnegazione si sono mobilitati in aiuto ai colleghi stremati dalla fatica. Le molte associazioni di volontariato che si stanno prodigando a soccorso dei meno fortunati. Un quadro meraviglioso che come una grande preghiera si innalza verso il cielo per chiedere a Dio di avere compassione di noi, donandoci la sua misericordia e fermando questa grande pandemia. Il raccontarmi è un modo per farmi sentire la mia vicinanza a quanti stanno attraversando la stessa esperienza dolorosa, per fare conoscere un aspetto di come si può presentare clinicamente questa terribile e subdola infezione. Siamo tutti sulla stessa barca ancora in mezzo alla tempesta. In una barca in cui siamo tutti insieme senza distinzione di ceto sociale, né di ruoli, tutti intenti a fare la propria parte a rispetto che stanno dando la propria vita e a quanti stanno donando a salvaguardia dei più deboli. Tutto ciò cambierà profondamente ognuno di noi e le nostre coscienze e la nostra anima, arrivando a riappropriarci della nostra dignità e ad avere nuove consapevolezze che solo la collaborazione di tutti ci aiuterà ad affrontare nuove sfide per rendere il nostro mondo migliore. Un grande grazie a tutti voi che con il vostro impegno e a quanti fanno la propria parte ogni giorno, ci avete reso persone migliori e fatto emergere il sentimento di nazionalità italiana e anche cittadini del mondo. Grazie Italia”.

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