LAVORI SENZA REGOLE E SENZA SENSO. CUI PRODEST?….. DI ANTIMO PUCA

Sapere che Ischia è in dissesto è la presa di coscienza della incapacità ad amministrare. La nostra isola dovrebbe diventare un fiore all’occhiello da parte di chi la amministra. I sindaci hanno dimostrato di non avere assolutamente a cuore gli interessi dei cittadini che li hanno votati. Oggi Ischia versa in uno stato di degrado fino all’inverosimile e peggiora di anno in anno. I sindaci non hanno fatto valutazione alcuna sui problemi o sui bisogni dei cittadini ischitani. Sanno fare solo le comparse con la fascia di primo cittadino alle processioni che vengono svolte in caso di feste religiose. Ma quando li si guarda si osservano omini piccoli piccoli, come a dire che quelle presenze sono perfettamente inutili. Insignificanti. Ogni sindaco dovrebbe applicare un codice etico nell’amministrare un paese. Negli anni, i sindaci isolani hanno manifestato ampiamente l’incapacità di mettere a fuoco le risorse dell’isola che avrebbero potuto farla crescere. Affossandola. Tanti i problemi quanto le incapacità a risolverli. -Cartello di cantiere: la Cassazione chiarisce che il rilascio del permesso di costruire, a prescindere dall’effettiva necessità del titolo, presuppone l’obbligo di esposizione.
Troppe volte, in troppi posti ci imbattiamo in lavori, pubblici e privati che non espongono l’adeguata comunicazione. Dove? a Forio, a Ischia, a Barano, a Serrara Fontana, a Lacco Ameno ed a Casamicciola. Nessun comune dell’isola si salva. Ma sono ancor più da condannare sono episodi del genere che interessano lavori pubblici e d’interesse pubblico, come alla Siena, alla Bocca Vecchia del porto di Ischia. Chi si nasconde dietro!? Quali sono gli interessi reali? Cui prodest?
Argomenti da trattare sarebbero innumerevoli.
L’art. 70 del T. U.sugli Enti locali da facoltà ai cittadini di pretendere che i sindaci decadono se non attuano l’art. 8 della Legge 267/2000. La applicazione di tale Legge consente ai cittadini di partecipare attivamente alla vita del proprio Comune e, soprattutto, di evitare che decisioni importanti vengano prese in pochi, soprattutto in settori strategici di una Comunità, come ad esempio i rifiuti, la urbanistica, gli inceneritori i Beni storici come il nostro Carcere, Piazza degli Eroi ed, in particolare, gli storici, panoramici belvedere. L’art. 8, creato per la partecipazione popolare, cita quanto segue: “i comuni valorizzano le libere forme associative e promuovono organismi di partecipazione popolare alla Amministrazione locale. Nel procedimento relativo alla adozione su atti che incidono su situazioni giuridiche soggettive, devono essere previste forme di partecipazione degli interessati secondo le modalità stabilite dallo Statuto, nella osservanza dei principi stabiliti dalla Legge 7 agosto 1990 n. 241. Nello Statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione, nonché procedure per la ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e, devono essere altresì determinate le garanzie per il loro tempestivo esame”. I sindaci non hanno mai interpellato i cittadini per i lavori da farsi. Noi siamo sempre stati all’oscuro di tutto e l’oscuramento delle principali regole democratiche è il primo passo verso la mancata partecipazione dei cittadini che hanno pienamente titolo a conoscere e partecipare alle scelte e alle soluzioni dell’isola.Ischia è una nave alla deriva. Al governo un comandante preda di una ciurma ammutinata che fa rimpiangere persino lo Schettino nazionale. Mentre i passeggeri (alias cittadini), che meriterebbero una ammiraglia, restano ostaggi a bordo di un relitto. Nessun dorma. È tempo di darsi una mossa.
Di Antimo Puca

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