TURISMO:UNA STAGIONE ALL’INSEGNA DELLE CONTRADDIZIONI

Ottobre è tradizionalmente tempo di bilanci per la stagione turistica. Ma mai come in questo 2015 è difficile esprimere un giudizio univoco su come è andata sulla nostra isola. Sicuramente è confermato il trend dello scorso anno: meno stranieri e più italiani. Ma se i tedeschi e i russi, per motivi differenti, hanno tradito l’Isolaverde, a Ischia sono arrivati settemila britannici in più rispetto al 2014. In aumento anche turisti dalla Svizzera, Cina, Irlanda e Paesi Baltici. Sicuramente questi nuovi mercati non riescono ancora a compensare il calo dei turisti provenienti dalla Germania e dalla Russia, ma sono comunque un indicatore importante e incoraggiante per il futuro. Se comunque tutti gli operatori sono concordi nel dire che Ischia, soprattutto nel mese di agosto, ha registrato il tutto esaurito, voci discordanti arrivano sulla tipologia di turisti che hanno affollato le strade e le strutture. In molti si lamentano della scarsa qualità, sul banco degli imputati gli albergatori che svenderebbero il prodotto Ischia, ma anche le amministrazioni comunali che non riescono a valorizzare il territorio, abbandonandolo all’incuria e alla trascuratezza. Ma se in tanti si lamentano della qualità dei turisti, troppo spesso confondendo qualità con capacità economica, dall’altra parte ci sono i gestori dei porti che sottolineano un incremento consistente del turismo da diporto, non certo un turismo povero o di scarsa qualità. Ci sono poi i commercianti, che proprio in questi giorni hanno denunciato un consistente calo delle vendite, anche loro attribuiscono le responsabilità al calo della qualità dei turisti, che comunque in questa stagione hanno affollato i ristoranti. Tante, quindi, le contraddizioni su un’isola che forse, troppo spesso, sogna i fasti del passato senza interrogarsi profondamente su come è cambiata la società e su come è cambiato il mercato turistico globale. Sicuramente non è facendo un cartello delle tariffe alberghiere, come anche qualche albergatore ha proposto, che si può risolvere il problema. I prezzi in un mercato libero sono determinati dall’incrocio tra la domanda e l’offerta: certamente a Ischia, con più di 300 strutture ricettive, l’offerta alberghiera è vastissima, così come dai dati diffusi da un importante sito del settore, Trivago.it, emerge che sono tantissimi anche coloro che sono interessati a soggiorni sull’Isolaverde; ma per riempire 300 alberghi è necessario differenziare il target turistico, non solo con le tariffe, ma anche con un’offerta di servizi che soddisfi le diverse esigenze. Se vogliamo che le attività imprenditoriali sopravvivano non possiamo demonizzare una tipologia di turismo rispetto ad un’altra, se si vuole vivere di turismo 12 mesi all’anno, non dobbiamo condannare il turismo sociale o dei gruppi, anzi dobbiamo trovare il modo di far convivere tutte le diverse anime del mercato. E se è vero che ancora il settore, e tutto il suo indotto, continuano a vivere una fase di crisi, non si possono scaricare tutte le responsabilità sulle amministrazioni pubbliche, che pure hanno le loro colpe, o su chi propone tariffe competitive. Tutti gli addetti al comparto hanno il dovere di assumersi le proprie responsabilità e di adeguare la propria offerta alla domanda attuale: forse ciò che nel passato ha reso Ischia famosa nel mondo oggi non è più sufficiente, oggi serve offrire qualcosa di diverso e di più attraente. Ischia ad agosto era piena, questo è un dato di fatto, e le tariffe non sono certo state basse, anzi, da una ricerca di Trivago.it, Ischia è risultata tra le località turistiche con un maggiore incremento dei prezzi rispetto alla stagione precedente. Se gli alberghi, quindi, anche quelli più lussuosi, hanno registrato il tutto esaurito, e se nonostante tutte queste presenze i commercianti non sono riusciti a lavorare come avrebbero voluto forse una domanda da porsi è anche sulla tipologia di offerta commerciale proposta. Oggi il potere di acquisto del ceto medio è sicuramente diminuito, gli stranieri conoscono meglio il mercato dei prodotti che tradizionalmente acquistavano sulla nostra isola, moda in primis, e sono aggiornati sulle offerte commerciali più vantaggiose, il commercio on-line, infine, ha creato un nuovo veicolo concorrente e spesso più vantaggioso dei canali tradizionali. Tutte queste variabili hanno profondamente mutato le regole del mercato, ponendo gli operatori di fronte a nuove problematiche che devono essere analizzate in profondità, perché non si può pensare che la panacea di tutti i mali sia l’aumento delle tariffe: è necessario recepire i diversi segnali e provare a dare una risposta, adeguando l’offerta al cambiamento della domanda.

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