IMPIANTO GEOTERMIA A SERRARA FONTANA, TRA LUCI ED OMBRE

Ancora un misto di luci ed ombre sulla famosa questione della realizzazione di un impianto di geotermia nel territorio di serrara fontana: tra perplessità e buoni propositi, si è sviluppato il dibattito del giovedi a teleischia 7.

Partiamo dai punti fermi: l’impianto dovrà immettere – qualora venisse realizzato – l’energia prodotta nella rete di enel distribuzione. Dal generatore presente nell’impianto, la corrente verrà trasportato attraverso una condotta di circa 10 chilometri che, attraversando panza e tutta forio, giungerà alla cabina primaria dell’enel alla chiaia.

A questo punto, getta acqua sul fuoco il geologo antonino italiano, sottolineando i benefici che deriverebbero da una simile impresa per tutta la popolazione isolana: “I comuni devono chiedere alla società quello di cui hanno bisogno…altrove in italia l’enel ad esempio ha costruito scuole…”

Innazitutto, Italiano fa notare che ci troviamo di fronte ad una richiesta di “ricerca”. Siamo quindi ancora a livello di sperimentazione, “il governo con il decreto del 2011 ha precisato che ci vogliono due fasi: la prima, di verifica se ci sono tutte le condizioni per effettuare l’opera; poi si passa alla richiesta di sfruttamento”, sottolinea italiano.

Si, però intanto si spendono 15 milioni di euro per un’opera che ancora non si sa se servirà…Ci saranno le perforazioni, ed in barba a quanto scrive oggi il sindaco caruso in una nota al ministero, il comune di serrara fontana ha già definito un protocollo d’intesa con la società ischiageotermia, nell’ambito della partecipazione del comune all’iniziative.

Ma c’è di più: al fine di favorire il passaggio degli automezzi necessari alla realizzazione delle opere su a Piano 13, zona bracconiere, sarà necessario effettuare l’adeguamento di alcuni tratti stradali della falanga, con abbattimento di muri perimetrali e l’allargamento della carreggiata stradale.

E per questo, il consiglio comunale di serrara fontana ha già rilasciato un assenso preventivo per la realizzazione degli adeguamenti stradali….

Sui rischi paventati di frane o di scosse sismiche, derivanti dalla sollecitazione del suolo, Italiano chiarisce: “si può chiedere alla società la messa in sicurezza del costone franoso”. Sui possibili terremoti, non smentisce la possibilità, ma seraficamente aggiunge: “siamo sempre a rischio terremoti, non saranno le trivellazioni ad aumentare il pericolo…”

Illustri tecnici e professori hanno nel frattempo inviato al ministero delle osservazioni al riguardo, manifestando preoccupazione. Nello stesso progetto, lo studio sismico allegato conclude: “il sito in esame è ubicato in zona 3, in questa zona possono verificarsi forti terremoti anche se questi sono estremamente rari”.

E il ruolo della politica? I consigli comunali si sono affrettati, dopo che si è sollevato il polverone, a manifestare la propria contrarietà, chedendo al ministero di agire con precauzione, in riferimento alla potenziale pericolosità dell’intervento.

“I sindaci devono tenere sempre a cuore lo stato di salute della nostra isola”, lo sottolinea il consigliere comunale di forio vito iacono, che ribadisce: “la geotermia non deve essere come la metanizzazione un affare per pochi…”

Una esortazione alle amministrazioni quindi per verificare si la bontà dell’intervento che – come dice antonino italiano – può portare vantaggi e benessere per l’intera isola, ma anche lo stimolo per mettere sul giusto piano d’interesse le altre criticità di cui soffre l’isola d’ischia…

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