IL PAPA SUL “MOTU PROPRIO” DEL 15 AGOSTO: “MAI PIU’ FEDELI OPPRESSI A LUNGO DALLE TENEBRE DEL DUBBIO”

Importanti novità nella riforma del processo canonico per le cause di nullità delle nozze: processi più snelli, meno burocrazia e procedure gratuite. Non solo. Il giudice-Vescovo potrà annullare le nozze nell’ambito del processo canonico veloce quando le cause “siano evidenti”. Papa Francesco, con un Motu Proprio datato 15 agosto, rivoluziona così il processo per le cause di nullità delle nozze.

Tra le novità, basterà una sola sentenza in favore della nullità esecutiva e non più due sentenze uguali. “E’ parso opportuno – si legge nel Motu Proprio – che non sia più richiesta una doppia decisione conforme in favore della nullità del matrimonio, affinché le parti siano ammesse a nuove nozze canoniche, ma che sia sufficiente la certezza morale e raggiunta dal primo giudice a norma del diritto”.

In “totale sintonia con i desideri” emersi nel recente Sinodo ordinario, il Papa spiega che ha deciso “di dare con questo Motu proprio disposizioni con le quali si favorisca non la nullità dei matrimoni, ma la celerità dei processi, non meno che una giusta semplicità, affinché a motivo della ritardata definizione del giudizio, il cuore dei fedeli che attendono il chiarimento del proprio stato non sia lungamente oppresso dalle tenebre del dubbio”.

Processo più snello e al tempo stesso gratuito, dice il Papa. “Salva la giusta e dignitosa retribuzione degli operatori dei tribunali, venga assicurata la gratuità delle procedure perché la Chiesa, mostrandosi ai fedeli madre generosa, in una materia così strettamente legata alla salvezza delle anime manifesti l’amore gratuito di Cristo dal quale tutti siamo salvati”.

All’articolo 5 del can. 1683, dunque, il Motu Proprio stabilisce che “allo stesso vescovo diocesano compete giudicare le cause di nullità del matrimonio con il processo più breve ogni qualvolta la domanda sia proposta da entrambi i coniugi o da uno di essi, col consenso dell’altro; oppure quando “ricorrano circostanze di fatti e di persone, sostenute datestimonianze o documenti, che non richiedano una inchiesta o una situazione più accurate, e rendano manifesta la nullità”.

Al titolo V vengono spiegate le circostanze che consentono la trattazione della causa di nullità più breve davanti al Vescovo. “La mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà, la brevità della convivenza coniugale, l’aborto procurato per impedire la procreazione, l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo stesso delle nozze o in un tempo immediatamente successivo, l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione”. Tra gli altri motivi si annovera anche “la violenza fisica inferta per estorcere il consenso, la mancanza di uso di ragione comprovata da documenti medici”.

GIUDICE UNICO SOTTO LA RESPONSABILITA’ DEL VESCOVO – “La Costituzione del giudice unico, comunque chierico, in prima istanza viene rimessa alla responsabilità del vescovo, che nella responsabilità pastorale della propria potestà giudiziale dovrà assicurare che non si indulga a qualunque lassismo”, si legge nella Lettera Apostolica ‘Mitis Iudex Dominus Iesus’ sulla riforma del processo canonico per la cause di nullità.

LO STESSO VESCOVO E’ GIUDICE – “Affinché sia finalmente tradotto in pratica l’insegnamento del Concilio Vaticano II in un ambito di grande importanza, si è stabilito di rendere evidente che il Vescovo stesso, nella sua Chiesa, di cui è costituito pastore e capo, è per ciò stesso giudice tra i fedeli a lui affidati. Si auspica pertanto che nelle grandi come nelle piccole diocesi lo stesso Vescovo offra un sostegno della conversione delle strutture ecclesiastiche e non lasci completamente delegata agli uffici della curia la funzione giudiziaria in materia matrimoniale. Ciò valga specialmente nel processo più breve, che viene stabilito per risolvere i casi di nullità più evidente”.

APPELLO ALLA SEDE METROPOLITANA – “Conviene – si legge nel Motu Proprio – che si ripristini l’appello alla sede metropolitana, giacché tale ufficio di capo della provincia ecclesiastica, stabile nei secoli, è un segno distintivo della sinodalità nella Chiesa”.

DECANO ROTA: RIFORMA VOLUTA ANCHE DA VESCOVI, AL VIA DA 8 DICEMBRE – Il Papa ha deciso di riformare il processo canonico relativo alla nullità delle nozze “sicuro che questa legge sia voluta anche dai Vescovi anche perché ha investito su di loro, mettendoli al centro della riforma”, ha evidenziato monsignor Vito Pinto, decano della Rota Romana.

“Il Sinodo straordinario dello scorso anno – ha osservato ancora – ha dato un grande apporto sul tema e credo che se il Papa ha deciso di promulgare la legge è perché è sicuro che è voluta anche dai Vescovi”. Quanto alla nuova veste del vescovo che per i casi già chiari dovrà fare il giudice, il decano della Rota ha fatto notare che la legge entrerà in vigore dal prossimo 8 dicembre. “Si tratta di un investimento – ha detto -. Occorrerà predisposizione. Poi la formazione farà il resto. E’ chiaro che I tempi saranno ancora lunghi”.

Alla Rota Romana il 70-80% delle cause sono già gratuite, ha sostenuto il monsignore. Pinto ha assicurato che “il collegio rotale ha dato consenso pressoché unanime (fatta eccezione per due voti contrari) affinché la gratuità diventi una filosofia ma occorrerà altro tempo e anche ragionevolezza”. Monsignor Pinto ha ricordato poi che un avvocato d’ufficio, solitamente, per ogni causa, chiede “300, massimo 400 euro”.

L’AVVOCATO ROTALE INSORGE: NULLITA’ GRATUITE? CHI LAVORA VA PAGATO – La richiesta della gratuità nelle nullità matrimoniali sollecitata nuovamente dal Papa nel Motu proprio fa insorgere gli avvocati rotali. Elisabetta Macrina, avvocato rotale di lungo corso, non nasconde un certo “malumore” anche tra i colleghi riuniti a Gaeta al Convegno nazionale dell’Associazione Canonistica. Malumore legato, più che altro, al discorso della gratuità dei procedimenti.

“Intendiamoci – premette l’avvocato Macrina all’Adnkronos – per chi ha un reddito basso esiste il gratuito patrocinio. Detto questo, qualsiasi professionista ha diritto ad essere pagato. E’ sacrosanto pagare chi svolge un ruolo”. L’avvocato rotale ricorda a quanto ammontano le spese processuali, di cancelleria, in una causa di annullamento. “Il Tribunale ecclesiastico – dice – solitamente chiede un contributo che si aggira intorno agli 800 euro. In secondo grado le spese salgono intorno ai 1.200 euro. Somma che aumenta ulteriormente quando il giudizio arriva alla ex Sacra Rota.

“Immagino che la gratuità – ipotizza l’avvocato rotale – alla fine sarà legata a queste spese perché ogni professionista legittimamente ha diritto ad essere pagato per l’assistenza legale che presta”. Elisabetta Macrina ricorda che, come accade anche per la maggior parte dei colleghi “due, tre cause l’anno le facciamo a gratuito patrocinio ma, in generale, quando non si parla di persone a reddito basso, è sacrosanto che il lavoro venga remunerato. Tutt’al più se la coppia decide di annullare le nozze può rivolgersi ad un solo legale. Almeno la spesa è divisa in due”.

FONTE ADN KRONOS

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