“CARA LINA…”, IL FRATELLO GIANNI SCRIVE ALLA SORELLA VITTIMA DEL TERREMOTO: “TI SENTO QUI, ACCANTO A ME”

A due anni dal terremoto, ancora non si è rimarginata la ferita nelle famiglie delle due donne che hanno perso la vita, nella zona del Maio a Casamicciola, quella sera del 21 agosto del 2017, poco prima delle nove…

E proprio oggi Giovanni Balestrieri, uno dei fratelli di Lina che li ha lasciati “orfani” quella sera, scrive una lettera alla sorella maggiore, scomparsa così, all’improvviso, “facendoci un bel dispetto”:

Cara Lina

Potrei scriverti da cattolico credente e dirti che ormai da 2 anni hai scavalcato le nuvole per ricongiungerti a Dio. Oppure , osservare come 2 anni fa eri nel posto sbagliato nel momento sbagliato e che quello che ti è accaduto è stata ‘soltanto una casualità”. Il cuore, invece, mi suggerisce di dedicarti queste inutili parole con gli occhi di un fratello a cui è stata strappata una sorella.  Tu mi manchi come essere umano. Ed è una mancanza che è piena di gesti piccoli a cui tu donavi una grande importanza. Come quando dopo la morte di mamma prima, e di papà poi.,hai assunto il ruolo di capofamiglia  O ancora quando ai concerti del tuo amato Renato Zero cantavi a scuarciagola fino a rimanere senza voce . Possedevi una  qualità che io ti ho sempre invidiato: apprezzare fino in fondo ogni attimo della vita.

Quante volte ti avvicinavi e sussurravi: “Cerca di non fumare troppo…. pensa ai tuoi figli”. Sapevi qualcosa sull’arte di accontentarsi che a noi semplici esseri umani sfugge ancora. E perdonavi. Quante volte abbiamo discusso perché tu perdonavi ed io ti accusavo di essere troppo buona. Pensa te che fesso, insultare una persona perché troppo buona. Avevi ragione tu. 

Un sorriso, il tuo che accoglieva tutti,  chiunque fosse in difficoltà, senza paura né cose stupide di noi esseri umani. 

Ci hai fatto proprio un bel dispetto. Abbandonarci all’improvviso senza un dannato libretto d’istruzione da seguire per rimontare le nostre anime e cercare almeno di convivere con questo  dolore che non accetteremo mai. Tu per me rappresentavi l, L’ONESTÀ, L’OSTINAZIONE LA GENEROSITÀ . Non quella urlata, bensì quella praticata. Potrei scrivere altre mille cose, è spiegare quanto eri capace di spenderei per gli altri soprattutto per le persone in difficoltà, ma ci tocca andare a vivere come avresti voluto tu e come tu hai provato a fare  in ogni singolo giorno, tu che eri un esempio di amore. Ti sento qui, accanto a me”.

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