LA VENDITA DI VILLA ARBUSTO E IL GIORNALISMO AL TEMPO DI INTERNET

Di Giuseppe Mazzella

La Repubblica di lunedì 10 agosto 2015 pag. 19 – titolone a tutta pagina: “In vendita a Ischia il museo dei tesori” firmato dal giornalista Tomaso Montanari. Considerazione a caldo. la società dell’ informazione è per propria natura votata alla ” disinformazione”, alla ” notizia parziale”, alla ” valorizzazione delle notizia su ” si dice” o ” mi piace”. La storia è molto più complessa. La Repubblica, il più grande giornale italiano, finisce nella ” imperfezione” o nel ” si dice” facendo concorrenza a un qualsiasi utente di Facebook che ” immediatamente” dice la sua. Così per arrivare alla VERITA’ ‘ dobbiamo aprire un dibattito: vedere tutti gli aspetti, partire da lontano, raccontare tutta la situazione. Ma intanto ” Repubblica” ha ” sparato” il titolone!!!!

La Repubblica martedì 11 agosto correge il tiro con una svolta a 360 gradi ma la notizia questa volta non ha rilievo “ nazionale” ma solo “ locale”. Appare nella VII pagina di cronaca di Napoli con un servizio del collaboratore da Ischia Pasquale Raicaldo. Titolo: “ Ischia, il sindaco ora promette “ non venderemo il nostro museo”. L’ articolo contiene dichiarazioni del sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale: “ smentisco categoricamente: non è stata avviata alcuna azione volta a individuare acquirenti né è stata prevista una posta in bilancio per l’ alienazione del bene”. Ed ancora il sindaco Pascale conferma che il piccolo Comune è in dissesto finanziario, che non ha soldi per una gestione migliore e che infine se il Ministero dai dei “ soldini” al Comune è la cosa migliore.

Ma il giornalista “ nazionale” Tomaso Montanari non poteva raccogliere questa dichiarazione prima del “ titolone”? l’ associazione culturale “ Bianchi Bandinelli” che ha lanciato una sottoscrizione nazionale ha visto un atto amministrativo del Comune di Lacco Ameno dove si evince che vuole vendere Villa Arbusto? Sa questa associazione che cosa è “ giuridicamente” il Museo di Pitecusa a Lacco Ameno?

La storia

La vicenda dell’ acquisizione al patrimonio pubblico della settecentesca Villa Arbusto di Lacco Ameno per farne il Museo di Pitecusa ha tenuto banco sulla stampa locale per ventidue anni!!!!! Dal 1977 quando fu lanciata la proposta del Museo nel corso di un convegno a Lacco Ameno sulla Magna Grecia al 1999 quando finalmente fu aperta al pubblico come “ Museo Civico” cioè con TUTTI gli oneri di gestione a carico del Comune al quale il Ministero dei Beni Culturali concedeva l’ uso dei reperti – compresa la Coppa di Nestore – che erano e sono di proprietà dello Stato. L’ archeologo Giorgio Buchner, scopritore di Pitecusa, veniva nominato “ direttore onorario” mentre la direzione scientifica veniva assicurata, ma solo per tre anni, da un funzionario della Sovrintendenza.

Nell’ articolo “ nazionale” non viene fatto alcun accenno all’ iniziativa del prof. Vincenzo Mennella ( 1923-1995), sindaco di Lacco Ameno, per l’ acquisto della Villa Arbusto che era la villa estiva del cavaliere del lavoro Angelo Rizzoli ( 1888-1970) passata in eredità alla figlia Pinuccia Carraro Rizzoli la quale la vendette ad una società privata proprio nel 1977 e dalla quale il Comune dovette acquistarla.

Fu la tenacia e la capacità del prof. Vincenzo Mennnella – che Oriana Fallaci in un servizio su “ L’ Europeo” degli anni ‘ 60 su Lacco Ameno definì “ un professore di latino che se ne intende di bilanci” – a trovare i fondi per l’ acquisto di circa un miliardo e 750 milioni di lire. Mennella riuscì ad ottenere un contributo di un miliardo dalla Regione Campania e 750 milioni dalla Provincia di Napoli che in particolare dovette addirittura contrarre un mutuo per l’ acquisto.

Quindi Villa Arbusto è di proprietà del Comune di Lacco Ameno senza che il Comune abbia cacciato una lira del vecchio conio come è documentato negli atti del Municipio, della Regione Campania e della Provincia di Napoli. Quindi deve intendersi il bene immobile inserito nel patrimonio indisponibile del Comune con vincolo di destinazione.

Per aprire il Museo furono necessari per le garanzie richieste dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Napoli circa 19 anni. L’ inaugurazione dopo l’ allestimento sempre con finanziamenti regionali questa volta nell’ ambito della legge 64 sul Mezzogiorno per circa 8 miliardi di lire dopo una “ transazione” sugli altri 8 assegnati per la costruzione poi mai avvenuta el centro-congressi avvenne solo nel 1999. Mennella era già morto da 4 anni ma per fortuna Giorgio Buchner era ancora vivo e potette vedere realizzato il Museo.

Considerazioni

La vicenda è significativa del modo di fare informazione in Italia al tempo di internet. Il più grande giornale nazionale è così impreciso e fa soltanto del sensazionalismo d’ agosto. Segue i suoi lettori in vacanza. Un simile servizio non sarebbe mai apparso in gennaio o in febbraio senza turisti.

Ma si possono trarne delle considerazioni: nei titoli non appare il Comune di Lacco Ameno ma il termine “ Ischia”. Questo significa che ormai è necessario se non si vuole arrivare alla distruzione dell’ armamentario economico istituire un UNICO Comune per tutta l’ isola in luogo di sei che così “ spezzettati” non possono né offrire servizi essenziali alla cittadinanza né gestire infrastrutture culturali a servizio della popolazione e dell’ economia turistica perché deficitari. Similare alla vicenda di Villa Arbusto è quella della Villa La Colombaia di Visconti nel Comune di Forio. Anche in questo caso il Comune non ha cacciato una lira per l’ acquisto ma ha solo gli oneri di gestione affidati ad una” Fondazione” alla quale partecipano la Regione Campania e la Provincia di Napoli con contributi annuali evidentemente insufficienti tanto che la Colombaia è chiusa dopo due ristrutturazioni a circa 25 anni dall’ acquisizione con danaro pubblico regionale dell’ ultimo piano della legge 64 sul Mezzogiorno e dopo che la Provincia di Napoli si è ritirata dalla “ Fondazione”.

Sarebbe stato il caso per i giornalisti de “ La Repubblica” – nazionale e locale – chiedere e spiegare il ruolo di GESTIONE della Soprintendenza Archeologica di Napoli alla quale è affidata ancora la direzione scientifica alla dottoressa Costanza Gialanella ma soltanto part-time perché – di fatto – per oltre 15 anni funzioni quotidiane di direzione furono affidate allo scrittore Giovanni Castagna nominato con contratto a tempo determinato ed a prestazioni dal Comune di Lacco Ameno “ segretario scientifico” che ha svolto l’ incarico fino alla morte avvenuta due anni fa.

La natura giuridica di “ Museo Civico” esenta il Ministero dei Beni Culturali con le sue ramificazioni provinciali delle Soprintendenze dagli oneri di GESTIONE e quindi la PIENA VALORIZZAZIONE del Museo può solo avvenire con la diretta partecipazione del Ministero agli oneri finanziari soprattutto del PERSONALE che è la voce più costosa.

C’è da aggiungere ancora – tanto per estrema chiarezza e nella estrema sintesi – che non è mai stato attivato un Comitato Scientifico del Museo Civico di Villa Arbusto e che né la Regione né la Provincia hanno rivendicato un ruolo di diretta gestione limitandosi all’ acquisto ed a contributi annuali o occasionali.

Ritengo doverosa questa precisazione per esser stato nella mia qualità di responsabile dell’ ufficio stampa della Provincia di Napoli dal 1976 al 2001 testimone dell’ impegno degli amministratori provinciali per Villa Arbusto a partire dal compianto Presidente dottor Giuseppe Iacono fino al compianto Presidente Amato Lamberti e cronista locale da 45 anni.

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