PROSITUZIONE. RIAPERTURA DELLE CASE CHIUSE? IL M5S INIZIA A VALUTARE L’IPOTESI

La riapertura delle ‘case chiuse’ non è più tabu per il Movimento 5 Stelle. La proposta di una regolamentazione dell’esercizio della prostituzione comincia a mietere consensi tra i grillini, al punto che, raccontano all’Adnkronos fonti M5S, anche i vertici starebbero accarezzando l’idea di aprire una discussione sul Blog, chiedendo il parere degli iscritti su una tematica finora sempre ‘dribblata’ perché estranea al contratto di governo.

A rilanciare, ancora una volta, il tema della legalizzazione della prostituzione è stato il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. “Ero e continuo a essere favorevole alla riapertura delle case chiuse. Non c’è nel contratto di governo, perché i 5 Stelle non la pensano così, però io continuo a ritenere che togliere alle mafie, alle strade e al degrado questo business, anche dal punto di vista sanitario”, sia la strada giusta e “che il modello austriaco sia quello più efficiente”, ha scandito il titolare del Viminale.

Una proposta che, pur con qualche distinguo, sembra incontrare il favore di vari esponenti del Movimento. “Aprire la discussione” sulla questione case chiuse “non farebbe assolutamente male”, dice all’Adnkronos il sottosegretario M5S all’Interno Carlo Sibilia. Sulla stessa lunghezza d’onda Vittorio Ferraresi, sottosegretario alla Giustizia: “Noi – spiega – non abbiamo preclusioni” ma “ci deve essere una discussione approfondita sulla questione, in quanto si tratta di un tema delicato”.

Il presidente della Commissione Politiche Ue della Camera Sergio Battelli ricorda che sull’argomento “si è già espressa la base M5S nel 2016 su Rousseau, votando la proposta di legge sulla regolamentazione della prostituzione, portata poi in Parlamento da Fabiana Dadone”. Il tesoriere grillino si dice “d’accordo” con l’ipotesi di una legge per legalizzare l’esercizio della prostituzione ma, avverte, “l’obiettivo è mettere fine alla tratta” garantendo “che le/i sex workers siano veramente liberi”.

Per Cristian Romaniello “è giusto interpellare gli iscritti M5S” sull’argomento ma prima va aperto “un confronto” sul piano etico “con la partecipazione di economisti, politici, filosofi e di tutti gli attori che svolgono un ruolo nel campo del sociale”.

Il collega Paolo Lattanzio non ritiene “che la riapertura case chiuse sia la soluzione migliore per risolvere il problema della prostituzione”, ma, osserva, “sicuramente questo è un tema da affrontare a 360 gradi, senza inseguire gli slogan e le uscite del nostro partner di governo”. L’idea è quella di dar vita a un “dibattito politico, culturale e sociale interno al M5S e interno a tutta la società italiana” e la prima occasione di confronto potrebbe essere il convegno M5S dal titolo ‘La schiavitù nascosta e il business della prostituzione’, in programma venerdì 15 marzo alla Camera.

Non mancano altre voci critiche, come quella di Fabiana Dadone, che nel corso della sua attività parlamentare si è occupata della questione della tratta di esseri umani. Pur riconoscendo l’opportunità di un “ampio di battito”, Dadone si dice “contraria alla riapertura delle case chiuse” perché anche in quei Paesi europei che hanno adottato una soluzione simile “non si è assistito a una limitazione delle vittime della tratta, anzi”.

Proprio lo scorso 7 febbraio il Carroccio è tornato alla carica rispolverando il suo vecchio cavallo di battaglia con un disegno di legge a firma Gianfranco Rufa, depositato al Senato. Il ddl, che reca ‘Disposizioni in materia di disciplina dell’esercizio della prostituzione’, fa il paio con la proposta di legge Bitonci presentata l’anno scorso alla Camera.

Abrogando i primi due articoli della legge Merlin, il provvedimento targato Lega prevede il via libera all’esercizio della prostituzione nelle abitazioni private (ma resta vietato “in luoghi pubblici o aperti al pubblico”) e istituisce un registro a cui sono obbligati a iscriversi tutti coloro che intendono esercitare il mestiere.

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