Si è svolta stamattina presso il Tribunale di Napoli l’udienza preliminare conclusiva dell’inchiesta per la presunta induzione indebita a dare utilità che vedeva coinvolti Antonello D’Abundo, Ciro Castiglione e Giovangiuseppe Ferrandino.
Il Giudice Campoli, all’esito del giudizio abbreviato, ha assolto Antonello D’Abundo, difeso dall’avv. Gianluca Maria Migliaccio, da tutte e tre le imputazioni ovvero induzione indebita a dare utilità, millantato credito e rivelazioni di segreto d’ufficio.
Ciro Castiglione, difeso dall’avv. Michelangelo Morgera e Giovan Giuseppe Ferrandino difeso dagli avvocati Bruno Molinaro e Luigi Tuccillo sono stati prosciolti, in udienza preliminare ordinaria, dall’accusa di induzione indebita; Ferrandino è stato rinviato a giudizio per la contestata rivelazione di segreto d’ufficio.
Nell’aprile del 2016 furono eseguite 2 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per D’Abindo e Ferrandino con l’accusa di concussione ai danni dell’albergatore foriano Castiglione. Secondo l’accusa, questi sarebbe stato costretto a pagare due vacanze al maresciallo della guardia costiera in cambio di trattamenti di favore in occasione dei controlli per gli scarichi delle acque termali; dopo meno di due settimane il Tribunale del Riesame annullò la misura per la totale insussistenza delle accuse: nessuna concussione era stata perpetrata ai danni di Castiglione, la cui denuncia era tutt’altro che fondata. Anche la Suprema Corte di Cassazione, adita per ben due volte dai Pubblici Ministeri, ebbe a confermare il clamoroso abbaglio degli investigatori.
E così Castiglione da denunciante è diventato imputato. Difatti la Procura della Repubblica gli contestava, in concorso con D’Abundo e Ferrandino, il reato di induzione indebita.
A distanza di quasi tre anni, la vicenda si chiude con una sentenza di assoluzione piena per il D’abundo, gravato da 3 accuse. Nella requisitoria dello scorso febbraio, anche il PM aveva chiesto l’assoluzione; paradossale la circostanza per la quale al D’Abundo fosse contestato il millantato credito in ordine ad un televisore per il quale sin dall’inizio delle indagini risultava palese l’avesse acquistato di tasca propria.
Proscioglimento per Castiglione e Ferrandino in ordine all’induzione indebita; verifica dibattimentale in ordine al reato di rivelazione di segreti d’ufficio per il solo Ferrandino.